Per il capogruppo del Psi “mancano un’idea di sviluppo e una volontà di modernizzazione”
“L’analisi del segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro, per troppi aspetti è identica a quella che ho fatto in Consiglio regionale in occasione del dibattito sulla nomina della giunta De Filippo bis e che ho sintetizzato in due parole: manca un’idea forte di sviluppo che guardi al futuro insieme ad una spinta alla modernizzazione”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Psi Rocco Vita.
“Non ho alcuna voglia di partecipare a quella sorta di gara che – aggiunge – coinvolge esponenti sia di centrosinistra che di centrodestra impegnati, sia pure da diverse angolazioni politiche e con differenti motivazioni, a rivendicare una sorta di comunanza di idee con la Uil, quanto meno estemporanea e sospetta se non altro per i richiami al riformismo. I socialisti non hanno scoperto oggi i limiti della programmazione regionale specie in materia di industrializzazione e gestione delle risorse energetiche e più in generale del territorio. Anzi, sono proprio gli eventi più recenti relativi al futuro della Fiat a San Nicola di Melfi come nel resto del Paese e all’iter del Memorandum d’intesa sul petrolio, a testimoniare che senza un’idea più complessiva il rischio è quello di correre dietro agli eventi”.
“Sulla vicenda dei tre operai della Sata reintegrati dopo il licenziamento – aggiunge Vita – ho già espresso nei giorni scorsi il mio pensiero. Rilevo oggi un irrigidimento delle posizioni della Fiat, come testimoniano le dichiarazioni del direttore delle relazioni industriali Fiat Rebaudengo, che continuano ad alimentare tensioni invece di ricercare una via d’uscita, partendo dalla affermazione del principio che le sentenze della magistratura vanno sempre e comunque rispettate. Raccolgo piuttosto l’invito che Vaccaro rivolge direttamente agli altri sindacati ed indirettamente alla politica per scongiurare il rischio di far diventare Melfi il centro di un conflitto che darebbe al management Fiat l’alibi di compiere scelte penalizzanti per i nostri lavoratori e il nostro stabilimento. Condivido pertanto la proposta della Uil tesa a favorire un confronto ravvicinato Regione-Marchionne anche quale occasione per superare l’indecisione dell’a.d. Fiat rispetto al Progetto di Campus Tecnologico a San Nicola di Melfi dal quale dipendono, il rilancio della ricerca e quindi i nuovi modelli di auto di cui la Fiat ha bisogno per riprendere quote di mercato nazionale ed internazionale”.
“Sul petrolio è da tempo che i socialisti – dice il capogruppo del Psi – ripetono che l’iniziativa della Giunta regionale non è stata all’altezza delle complesse questioni in campo, dalla sicurezza della salute dei cittadini, alla tutela dell’ambiente e del territorio, alla garanzia del posto di lavoro per tutte le attività dell’indotto e sino alla promozione di nuovi posti di lavoro. E’ nota la nostra posizione che si sostanzia in un giudizio sospensivo sul Memorandum e, in mancanza di impegni precisi di Governo e compagnie, di moratoria della ricerca ed estrazione in aree e territori, che non sono quelli della Val d’Agri e Tempa Rossa, e nei quali già esistono progetti di sviluppo agricolo, turistico, ecc. che pertanto non vanno compromessi. Ma l’attesa per la ripresa del confronto con il Governo sul Memorandum, a nostro parere, non può tradursi in un atteggiamento di paralisi e il documento di Cgil, Cisl, Uil che ha fatto seguito al rinvio dell’incontro presso la Giunta regionale sul Contratto di Sito in Val d’Agri – sottolinea Vita – non può certamente essere considerato uno dei tanti che il sindacato lucano ha diffuso negli ultimi tempi, come prova la decisione del ricorso allo sciopero. E’ tutta qui l’insoddisfazione dei socialisti che, in occasione della giunta De Filippo bis, avrebbero voluto discutere prima di politica e di politiche, prima di obiettivi e priorità e proposte, mentre ancora una volta sono prevalsi i perimetri alle politiche, gli organigrammi alla politica. Per tutto questo siamo di fronte a troppi esempi di ‘modernizzazione passiva’ o, se vogliamo, con altra terminologia, di ‘benessere senza sviluppo’ o, ancora, di ‘sviluppo senza autonomia’.
Secondo Vita, “la straordinaria situazione che stiamo attraversando necessita di uno sforzo enorme per evitare il collasso del sistema politico. Da una parte c’è il Governo tecnico che da solo non basta per tenere sulle spalle il difficile e delicato equilibrio politico e istituzionale.
Dall’altra una nuova Giunta regionale che ha l’ambizione di ‘svoltare nella discontinuità’ ma non è in grado ancora di porsi il problema centrale: come praticare la cultura politica della modernizzazione. Questa io reputo sia la nuova stagione che si deve aprire, anche a sinistra, pena la definitiva cessione di sovranità politica, oltre che economica, della democrazia italiana. Lo snodo – conclude – è il passaggio dall’attuale modello tradizionale di governo del territorio alla modernità che dia risposta alle emergenze sociali e civili prioritarie, facendo ricorso ad azioni innovative e coraggiose, chiudendo definitivamente quella stagione dell'assistenzialismo e delle clientele che sono il vero ostacolo alla crescita”.