“Di fronte ad una sentenza di questo tipo il commento più immediato è quello che va nella direzione di voler prendere le distanze da una giustizia non giusta, liquidatoria ed approssimativa, guardando ancora con fiducia alla correttezza di quella "giustizia" suprema che, certamente, è altra ed altrove. L'intricata vicenda Hdc mi ha visto nel 2004 difendere con le unghie e con i denti la società Datacontact, che già allora generava sul territorio locale fra Matera e Bari oltre 500 posti di lavoro, cresciuti poi negli anni fino a diventare gli oltre 1400 attuali. Pur fra mille ostacoli e difficoltà ai tempi fu fatto con coscienza, responsabilità e nel rispetto delle norme, tutto ciò che imprenditorialmente e finanziariamente era possibile fare per evitare che nel domino del fallimento del Gruppo venisse travolta la società, che godeva – come documentazione e bilanci attestano – di una posizione di trasparenza e solidità ben differente rispetto alla gran parte delle restanti società facenti parte della galassia Hdc”. Così l’imprenditore materano Angelo Tosto dopo la sentenza in primo grado del Tribunale di Milano, che lo ha condannato a tre anni per il crac dell’Hdc, la società di comunicazione che faceva riferimento all’imprenditore milanese Luigi Crespi, condannato, invece, a sette anni di reclusione per bancarotta.
“Convinto ed orgoglioso allora della correttezza dell'approccio adottato, continuo ad esserlo ancora oggi con ostinazione e tenacia, difendendo quei principi e valori che guidarono allora le scelte compiute per acquisire il 51% delle quote societarie in capo al Gruppo, solo così dando seguito e continuità all'azienda Datacontact. Si trattò di esperienza faticosa da tutti i punti di vista, che consentì di avviare – ha aggiunto Tosto – un percorso di svolta e di rinascita professionale, vedendo pian piano ma con costanza crescere e consolidare numeri, esperienze professionali, qualità nonché fiducia da parte di una rosa sempre più ampia di prestigiosi committenti. Cosa sia oggi Datacontact, pur in un contesto di mercato complesso e sempre più in affanno, lo dimostrano i numeri, quegli stessi numeri che oggi forse si desidera semplicisticamente negare o mettere a rischio, sfibrando energie, passione ed entusiasmo.
Assumere in queste ore una posizione di silenzio rispetto alla sentenza avrebbe significato da parte mia avallare un giudizio sommario e non esaustivo, come in questo Paese e ancor più localmente spesso si è abituati a fare, complice una parte della stampa ma anche una buona parte di quei disattenti lettori che si accontentano della golosità di un titolo gridato senza andare fino in fondo nel merito della notizia riportata, contribuendo poi ad alimentare il tamtam del fatto del giorno nella propria cerchia relazionale.
Con ferma serenità d'animo non mi resta invece che attendere il prosieguo dell'iter processuale che porterà nella fase d'appello a rimarcare – ha detto ancora – la posizione di estraneità dai fatti contestati, ringraziando pubblicamente tutti coloro – e sono tanti – che in queste ore hanno fatto sentire la propria vicinanza ed amicizia.
Infine – ma non certo per importanza – non mi resta che rassicurare personalmente quanti hanno temuto in queste ore contraccolpi aziendali dalla vicenda, e mi riferisco in particolare a tutti i dipendenti e collaboratori ed alle loro famiglie. Pur restando certamente una legittima preoccupazione di fronte ad un pesante clima d'incertezza complicato ulteriormente dai fatti, con cui ci accingiamo ad approcciare la fine dell'anno e l'inizio del nuovo, su una cosa potranno esser certi. Con ancor più forza e determinazione mi batterò sin da subito per il bene "lavoro" continuando personalmente a difendere – insieme alla mia famiglia ed a tutte le persone che quotidianamente profondono il proprio impegno e professionalità in azienda – la forza di una idea imprenditoriale che ha tutte le caratteristiche per superare il mare in burrasca, consapevole delle difficoltà e delle problematiche attuali ed alle porte, ma con la convinzione che non si possa e debba disperdere un patrimonio di esperienza e di valore come quello faticosamente sin qui costruito”.
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