Venezia su petizione ospedale Venosa

L’esponente del Pdl che ha partecipato all’incontro tra i sindaci dell’area dell’Alto Bradano e il presidente Folino invita il presidente De Filippo a ripensare il nuovo piano della salute con una visione sanitaria

“Martedì 31 gennaio in Consiglio regionale discuteremo due mozioni presentate dal gruppo consiliare del Pdl con le quali chiediamo, al Governo, di bloccare immediatamente gli effetti previsti dalla legge regionale di assestamento di bilancio la n.17/2011 e, in particolare, quanto previsto dall’articolo 20, ad opera del quale l’Ospedale di Venosa, praticamente, è stato trasformato in una casa di riposo per anziani”. E’ quanto dichiarato dal consigliere regionale del Pdl, Mario Venezia, durante la conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro dei sindaci dell’Alto Bradano con il presidente Folino per la consegna delle oltre 5.000 firme della petizione popolare con la quale si chiede di ripristinare l’Ospedale di Venosa.

“Il tutto – ha sottolineato Venezia – nasce da un Piano Sanitario regionale, da qualche giorno in discussione nella IV commissione permanente, sbagliato e basato, esclusivamente, su una visione ragionieristica, non certamente sanitaria, che opera tagli indiscriminati mediante la chiusura di Ospedali com’è già avvenuto per Tinchi e Stigliano ed oggi per Venosa”.
“Non è con la chiusura degli ospedali che si offre ai cittadini, come previsto dalla Costituzione Italiana, una sanità giusta – ha affermato Venezia – ciò che serve è razionalizzare la spesa e diversificare l’offerta specialistico-sanitaria dei nostri nosocomi. Tanto la chiusura dell’ Ospedale di Venosa quanto quella di Tinchi, città poste sui confini con la Puglia, determineranno un aumento ulteriore dell’emigrazione sanitaria con un appesantimento della spesa”.

“Per questo motivo – ha continuato Venezia – il Pdl lancia l’invito pressante a De Filippo di fermarsi nell’azione distruttrice e di ripensare, non con una visione ragionieristica ma sanitaria, un nuovo piano sanitario che, ad esempio, specializzi al massimo i nostri nosocomi, in particolare quelli di eccellenza e quelli di ‘frontiera’ in modo da garantire un’offerta sanitaria di eccellenza, partendo dal CROB di Rionero che, evidentemente, non adeguatamente sostenuto è il fanalino di coda dei 43 istituti italiani di ricerca e cura a carattere scientifico”.

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