“I risultati dello studio dell'Istituto per la competitivita' I-Com dedicato ai possibili benefici per i cittadini di una P.A. digitale, da un lato, confermano i ritardi della digitalizzazione in Basilicata di alcuni servizi pubblici essenziali (sanita', cittadinanza, istruzione, lavoro e sicurezza) che consentirebbero ad una famiglia media lucana un risparmio in media di 180 euro rispetto ad oggi, con un risparmio aggregato di 44 milioni di euro l'anno. Dall’altro, rafforzano la strategia della Giunta Regionale definita con l’intesa sul Piano d’Azione Sud che prevede interventi di quasi 60 milioni per infrastrutture digitali, con l’azzeramento del digital divide detto “di base” (ossia quello relativo all’accesso a reti di trasporto dati in grado di offrire connessioni non inferiori a 2 Megabit per secondo) e interventi sostanziosi nell’abbattimento del digital divide “di seconda generazione”, ossia quello relativo all’accesso a connessioni non inferiori ai 30 Megabit per secondo con la previsioni di disponibilità di 100 Mega al secondo per almeno la metà delle famiglie interessate”. E’ il commento del segretario regionale della Uil della Basilicata Carmine Vaccaro.
“Intanto – aggiunge – lo studio conferma la situazione di partenza con i forti ritardi in tutte le regioni meridionali: la Campania ha la maggior percentuale di abitanti che non utilizzano mai internet (il 59%), seguita da Puglia, Basilicata e Sicilia (57%), mentre la media italiana di non utilizzo è pari a un comunque elevatissimo 50%. In dettaglio il dato della Basilicata: il 20% utilizza Internet tutti i giorni, il 17% una o più volte la settimana, il 5% qualche volta. Anche le abitazioni connesse ad Internet in Basilicata sono pari al 52%, al penultimo posto della graduatoria per regioni e sotto la media nazionale. Secondo il rapporto, l'Italia, negli ultimi anni, ha compiuto notevoli progressi in questo campo. Tuttavia, i risultati raggiunti non sono sufficienti per tre motivi principali: "Molti dei servizi digitali offerti non consentono ai cittadini di operare solo su supporto digitale ma lo obbligano a una combinazione che spesso risulta solo marginalmente piu' conveniente"; un "basso livello di alfabetizzazione informatica, in particolare presso le fasce delle popolazione meno giovani"; un'offerta infrastrutturale "scarsa se non spesso scadente". Proiettando la metodologia utilizzata dallo studio verso soluzioni innovative oggi possibili ma che richiedono modifiche organizzative rilevanti nonche' significativi investimenti iniziali – evidenzia il segretario della Uil – si e' stimato il potenziale effetto dell'introduzione di modalita' telematiche quali il Telelavoro, la Telemedicina e l'Istruzione Universitaria a distanza, che potrebbe variare da 6,5 miliardi di euro l'anno a 13 miliardi in termini di benefici diretti. Ad esempio il telelavoro applicato a quei cittadini che impiegano piu' di 30 minuti per raggiungere il luogo di lavoro permetterebbe ai possibili fruitori un risparmio annuale pari a 847 euro all'anno. Se applicato al 25% dei lavoratori appartenenti alla categoria, tale modalita' di lavoro comporterebbe un risparmio complessivo a livello aggregato di circa 4,8 miliardi di euro all'anno.
Se dunque “divario digitale” rappresenta un grave limite allo sviluppo del Paese da superare in primo luogo con un'incisiva opera di ammodernamento e di potenziamento delle reti tecnologiche, la scelta della Regione – conclude Vaccaro – è ancora più significativa: la banda ultralarga – si legge nel Piano Azione Sud firmato dal Presidente De Filippo – permette l’erogazione di servizi ad alta qualità in tutti i settori prioritari di intervento (come nella sanità e nella didattica) e abilita le pubbliche amministrazione ad attuare degli obiettivi di semplificazione e dematerializzazione e realizzare pienamente l’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni. Anche le imprese possono trarre giovamento dalla disponibilità della banda ultralarga e di data center pubblici, anche in ottica di riduzione dei costi e risparmio energetico”.
BAS 05