“Circa un quarto delle famiglie lucane vive in quella che gli economisti chiamano soglia di povertà, con un’incidenza di povertà relativa, al 2011, come riferiscono i dati Istat, pari al 23,3 per cento ed un limite massimo che è di 26,9 per cento”.
A sostenerlo è il segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro che in una nota sottolinea come la linea di povertà relativa si sposta di anno in anno a causa della variazione sia dei prezzi al consumo, sia della spesa per consumi delle famiglie.
"L’ennesima fotografia dell’Istat – rileva il segretario Uil – ci indica che il disagio economico e sociale ha colpito i ceti più modesti e le famiglie più numerose. C’è poi la conferma che la povertà è sempre maggiormente diffusa nel Mezzogiorno. Tra le famiglie in cui sono presenti persone in cerca di occupazione, l’incidenza sale al 28,2 per cento se in famiglia ci sono occupati ma non ritirati dal lavoro (quindi almeno un reddito da lavoro e nessun reddito da pensione) e al 38,2 per cento se ci sono ritirati ma non occupati (quindi almeno un reddito da pensione e nessun reddito da lavoro); livelli di incidenza superiori al 50 per cento si osservano, infine, tra le famiglie senza occupati né ritirati dal lavoro (che hanno anche peggiorato la propria condizione rispetto al 2010), costituite da anziani soli senza una storia lavorativa pregressa e da persone escluse dal mercato del lavoro che vivono in coppia con figli o che sono genitori soli”.
Per Vaccaro le politiche sociali e del welfare, soprattutto in tempi di spending review, assumono una necessità maggiore e la Regione è nuovamente chiamata a sopperire le crescenti e sempre più gravi carenze statali.
BAS 09