Un’intesa interregionale per i Parchi

Appennino Lucano, Pollino e Cilento hanno sottoscritto un accordo che punta a ripensare il sistema turistico dei Parchi nazionali confinanti di Campania, Basilicata e Calabria. Il commissario Antonio Tisci: avviato un percorso che valorizza il Parco dell'Appennino lucano.

Sabato scorso, in occasione del Open Outdoor Experiences che si è tenuto a Paestum, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale del Cilento hanno sottoscritto un’intesa istituzionale “che mira a ripensare il sistema turistico dei Parchi nazionali confinanti di Campania, Basilicata e Calabria puntando ad una progettualità comune e ad attività di comunicazione condivise, con l’obiettivo prioritario di rilanciare le Aree protette delle tre regioni, di connetterle mediante proposte turistiche innovative, sostenibili e rispettose delle identità dei luoghi.”
Si tratta di un accordo che riguarda aree protette contigue per un totale di oltre 440.000 ettari e che con “il consolidamento dei rapporti tra Parchi contigui e l’estensione delle forme di cooperazione, delinea una tendenza evolutiva verso obiettivi di gestione e valorizzazione delle risorse comuni, che coinvolge le comunità locali, per dare vita ad una rete di spazi naturali che unisca le tre regioni (Campania, Basilicata e Calabria), con uno scambio interattivo di informazioni e di esperienze.
Una condivisione di strategie e programmi che diviene un fattore cruciale, in particolare, nei territori montani caratterizzati da specifiche condizioni di marginalità socioeconomica, e può costituire la prospettiva più adeguata di intese sinergiche tra aree protette, per sviluppare rapporti di integrazione tra Parchi e territorio secondo i principi dello sviluppo sostenibile.”
Un’intesa alla quale ha lavorato il Commissario Straordinario del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Tisci insieme al Direttore Luzzi e che, dopo la firma tra i legali rappresentanti degli enti, diventerà operativa con l’approvazione delle delibere e le prime progettualità.
“Con la Ciclovia Meridiana e con il Cammino dei Cinti – ha dichiarato Tisci – noi abbiamo iniziato un percorso che toglie il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano dall’angolo nel quale si era ricacciato per rimetterlo al centro delle politiche di valorizzazione del territorio. Ci ricolleghiamo a Potenza e colleghiamo, attraverso il Parco le due grandi aree protette a noi contigue”.
“Per quanto mi risulta – ha proseguito Tisci – è la prima volta che tutto ciò accade. Sono contento dell’interesse che questa proposta ha suscitato in Lirangi e Cucurullo, rispettivamente Commissario del Pollino e Presidente del Cilento, e soprattutto nell’attenzione che ha avuto nel mondo degli operatori turistici e promotori di attività esterne”.
Durante la tre giorni organizzata all’ex tabacchificio di Paestum il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano è stato protagonista anche della riflessione che Lega Ambiente ha promosso sulle aree protette. Durante il work shop il Commissario Tisci ha evidenziato che “la dorsale appenninica attraversa da Nord a Sud l’intera Italia ed è l’unica grande catena montuosa europea e forse mondiale che è segnata da una forte antropizzazione e da una costante presenza dell’uomo, della sua storia e dei suoi manufatti. Una tipicità che merita un’attenzione particolare per preservarne il paesaggio che non è soltanto il frutto della natura ma anche del lavoro dell’uomo che ha modificato l’ambiente per viverci e che su quelle caratteristiche ha fondato la sua vita e dalla quale ha fatto determinare anche la sua natura e le sue convinzioni”.
“Basti pensare – ha proseguito il Commissario Straordinario dell’Appennino Lucano – al fatto che i nostri monti sono pieni di chiese mariane e che la peregrinatio che la madonna compie segue stagionalmente i riti della transumanza. Una coincidenza che non può essere casuale ma che delinea chiaramente il forte legame tra le tradizioni, la fede e le attività economiche che seguono il ciclo naturale e che meglio di qualsiasi altra cosa costruisce l’immagine dell’uomo custode del creato, così come definito nella Genesi e nelle recenti encicliche papali”.
“Come ho sempre detto – ha concluso Tisci – nessun vincolo ambientale può essere imposto, non esisterà mai una sanzione in grado di proteggere l’ambiente quanto l’idea che la tutela del territorio possa essere utile per la popolazione che ci vive. Su questa convinzione intendo muovermi per far si che ciascuno degli abitanti del territorio del Parco possa ritenere che l’istituzione è per lui un vantaggio e non un problema”.

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