UILP, ALMENO 7 PENSIONATI LUCANI SU 10 SOTTO I 750 EURO

I dati forniti oggi dall'Inps non sono certo rassicuranti perché ci dicono che almeno 6 pensioni su 10 (da noi almeno 7 su 10) sono sotto i 750 euro e rafforzano l’iniziativa di mobilitazione decisa unitariamente ai sindacati dei pensionati di Cgil e Cisl per il 2 aprile con l’organizzazione della manifestazione interregionale per il Sud a Napoli alla quale parteciperanno i pensionati lucani e che sarà conclusa dal segretario generale nazionale della Uil Carmelo Barbagallo. E’ quanto si sottolinea in una nota della Uilp Basilicata a firma del segretario regionale Vincenzo Tortorelli. Il 63,4% delle pensioni dunque ha un importo inferiore a 750 euro. Questa percentuale, che per le donne raggiunge il 77,1%, costituisce solo una misura indicativa della «povertà», per il fatto che molte pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi. Secondo l’ultimo rapporto realizzato dalla Uilp Basilicata i redditi medi dichiarati dai 373 mila contribuenti residenti in Basilicata corrispondono a 14.720 euro, inferiore di 21 punti percentuali rispetto alla media nazionale (18.604 euro). Nello specifico, in Basilicata, i lavoratori e lavoratrici dipendenti dichiarano un reddito medio di 16.256 euro (20.282 euro la media nazionale); i pensionati un reddito medio di 12.667 euro (15.783 euro la media nazionale); i liberi professionisti (avvocati, medici, farmacisti, commercialisti, notai ecc), dichiarano un reddito medio di 25.340 euro (36.081 euro la media nazionale); gli imprenditori, commercianti, artigiani ecc. dichiarano un reddito medio di 13.321 euro (17.453 euro la media nazionale); coloro che vivono con redditi provenienti da rendite finanziarie e immobiliari (rentier), dichiarano un reddito medio di 11.610 euro (15.846 euro la media nazionale).La “fotografia” reale dei numeri contenuti nel rapporto, commenta Vincenzo Tortorelli – Segretario Generale della UIL Pensionati della Basilicata, dimostrano come le dichiarazioni dei redditi non rispecchiano la reale situazione di “ricchezza” delle famiglie e sono lo “specchio” di come l'evasione fiscale nella nostra Regione, e non solo, abbia raggiunto livelli patologici, se è vero come è vero che i lavoratori dipendenti dichiarano redditi superiori ai loro datori di lavoro e che i pensionati pagano più tasse di coloro che vivono di rendita. Infatti gli oltre 147 mila contribuenti pensionati residenti in Basilicata con 12.667 euro dichiarano di più dei cosiddetti rentier e poco meno (500 euro di quanto dichiarano gli imprenditori. Il reddito medio complessivo (tutti i contribuenti), nella provincia di Potenza è di 14.717 euro, a Matera è di 14.717; mentre quello dei pensionati nella provincia di Matera e’ di 13.517 euro e a potenza di 12.264 euro. I dati del rapporto, continua Vincenzo Tortorelli, mettono in evidenza il lento declino della nostra Regione rientrata drammaticamente nei territori meno sviluppati, e, mettono ancor più in evidenza come vi sia un tema che riguarda soprattutto, ma non solo, i redditi da pensione. E’ necessario mettere fine a questa deriva che sta spingendo centinaia di migliaia di persone che vivono con una pensione che un tempo era anche “decente”, ai limiti della soglia di povertà. Di qui le ragioni della manifestazione di Napoli di sabato 2 aprile caratterizzata dallo slogan “Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani e che rappresenta la prima tappa della Marcia per il Lavoro del 9 aprile. Con l’ iniziativa di Napoli rilanceremo la piattaforma unitaria con la quale si chiede di cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani, tutelare le pensioni in essere, rafforzare la previdenza complementare. I sindacati, pertanto, chiedono l'apertura di un serio tavolo di confronto con il Governo per rivedere la legge Fornero. Si parte dal capitolo sulla flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età, anche al prezzo di una decurtazione sostenibile sull'assegno, al completamento delle salvaguardie degli esodati passando per le ricongiunzioni onerose, la questione ancora irrisolta dei quota 96 della scuola e, soprattutto, delle future pensioni dei giovani. Tra i punti del programma dei sindacati anche l'introduzione di benefici previdenziali per i lavoratori che assistono familiari con disabilità gravi e, naturalmente, una tutela per i lavoratori precoci. “La piattaforma unitaria che Cgil Cisl Uil chiedono di discutere con il governo porterebbe – si legge nel comunicato – a modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato per ultimo dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all'attesa di vita”.bas 03

    Condividi l'articolo su: