Interrogazione alla Commissione europea del portavoce Piernicola Pedicini e di altri cinque eurodeputati del M5s sul campionamento di acque a ridosso degli scarichi industriali del pozzo petrolifero “Total-Tempa rossa 1” situato nel territorio del comune di Corleto Perticara “che – affermano gli europarlamentari – ha rilevato l’allarmante presenza di numerosi metalli pesanti in valori enormemente superiori ai limiti previsti dalla normativa comunitaria. Il campionamento delle acque, che è stato effettuato il 23 gennaio scorso dalla professoressa Albina Colella dell'Universitá della Basilicata, ha messo in evidenza che le analisi rilevate si discostano da precedenti controlli effettuati dall'Arpab della Basilicata che rientravano nei limiti di legge”.
Perciò i portavoce del M5s, nel chiedere alla Commissione europea di spiegare qual è il reale grado d'inquinamento dell'area e come intende far rispettare la normativa comunitaria e salvaguardare la salute dei cittadini, mettono in evidenza che la Commissione rispondendo ad un’altra interrogazione presentata sulla stessa questione nel 2014 aveva dichiarato che "a seguito di vari scambi di informazioni con le autorità italiane, non erano state individuate violazioni della normativa Ue e che come risultato di attività industriali nel territorio di competenza, le autorità italiane avevano informato la Commissione di aver preso provvedimenti, tra cui la chiusura delle aree contaminate e l'adeguato monitoraggio delle aree a rischio".
“Ora, grazie a quest’altra interrogazione del M5s e grazie alle analisi effettuate il 23 gennaio scorso dalla pofessoressa Albina Colella, si dovrà fare piena chiarezza e la Regione Basilicata e l’Arpab dovranno rendere conto della grave vicenda che coinvolge la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini in un’importante area naturale del territorio lucano fortemente interessata dagli scarichi industriali delle estrazioni petrolifere. Inoltre, l’Arpab dovrà spiegare – concludono i Cinque Stelle – perché le analisi fatte sulle acque dalle sue strutture sono risultate in linea con i livelli di sicurezza stabiliti dai limiti di legge, mentre quelle rilevate dall’Università di Basilicata hanno riscontrato un ampio superamento dei valori minimi consentiti dalle norme vigenti per quanto riguarda la presenza nelle acque di metalli pesanti”.
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