“Oggi 20 gennaio si terrà a Matera l'udienza del processo, con rito abbreviato come richiesto dall'imputato Paolo Chieco, per l'omicidio di Anna Rosa Fontana, assassinata a Matera il 7 dicembre 2010 con 6 coltellate dal suo ex marito.
Una storia di violenza familiare e poi di stalking finita nel più tragico dei modi, ma anche mel modo più prevedibile”.
Lo afferma Cinzia Marroccoli, presidente dell’Associazione Telefono Donna e della Casa delle Donne Ester Scardaccione.
“Infatti Chieco aveva già tentato di uccidere Anna Rosa nel 2005 con 18 coltellate, e aveva avuto una pena di poco più di 8 anni, che tra sconti e indulti si trasformò in 4 mesi di reclusione e 14 agli arresti domiciliari a 300 metri dalla casa di Anna Rosa. Fra i due eventi – sostiene Cinzia Marroccoli – ci sono varie denunce per stalking, per maltrattamenti, e non ultima una per minacce nei confronti della mamma di Anna Rosa. Qualche giorno fa c'è stata per l'appunto l'udienza per questo processo nel quale Chieco è stata ascoltato. E cosa ha detto? Si è percaso pentito per quello che è accaduto? Assolutamente no, e ancora più prevedibilmente ha cercato le sue attenuanti colpevolizzando Anna Rosa”.
“Questo non è un delitto passionale, l'amore non c'entra assolutamente, dal momento che da parte del Chieco non c'è nessuna parola né di pemtimento né di dolore per quello che ha fatto… né è frutto di qualche raptus… ma atto ripetuto e ricercato nel tempo. Questo delitto rientra nell'inferno di certe relazioni in cui moltissime donne vivono giorno dopo giorno, senza trovare l'ascolto adeguato, senza essere bene indirizzate, sentendosi giudicate, non capite, a volte derise, e sopratutto senza avere aiuto concreto anche dopo una denuncia, senza aver avuto giustiza anche dopo aver sfiorato la morte.
Questo delitto è da iscriversi nel numero dei femminicidi di cui ogni anno sono vittime le donne, 12 già nei primissimi giorni di questo anno appena iniziato.
I femminicidi sono dei delitti – aggiunge la presidente di Telefono Donna – che dovrebbero essere giudicati in maniera a sé stante, perché cercati e voluti, perché l'epilogo di storie quasi tutte simili, che vedono la donna volersi sottrarre non all'amore, ma al possesso e al controllo di quel particolare uomo.
In questi giorni è stata a Roma, alla Camera, Violeta Neubanuer, membro del Comitato Onu per l'eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle donne. Alla sua presenza e a quella delle istituzioni italiane è stato presentato il Rapporto Ombra- 30 anni di CEDAW, sulla condizione delle donne italiane. In particolare ci si è soffernati proprio sul numero impressionante di femminicidi che in Italia aumentano di anno in anno senza che ci sia un allarme sociale. Senza che, una volta accaduto, almeno ci sia la giusta condanna.
Questo sperano i familiari, che Anna Rosa non venga uccisa per la terza volta, questo speriamo noi donne tutte e mi auguro il maggior numero possibile di uomini (sempre che questo scritto non resti solo sulla cronaca di Matera). Lo speriamo perché troppe leggerezze sono state commesse e troppe sottovalutazioni, e perché una giusta condanna può dare fiducia alle tante donne che spesso si sentono abbandonate da chi dovrebbe proteggerle”.
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