Tecno Plastica, Vita: spia allarmante crisi aziende

Il capogruppo del Psi esprime “forte preoccupazione per i circa 30 posti di lavoro a rischio in una zona industriale che porta i segni di un processo di industrializzazione breve e traumatico come insegna la vicenda ex Standartela”

“La crisi della Tecno Plastica, nell’area industriale Isca – Pantanelle, è la spia allarmante delle crescenti sofferenze che registrano le attività produttive sull’intero territorio regionale e che, specie nelle aree più interne e di più recente industrializzazione, hanno un peso maggiore per l’effetto diretto sull’occupazione e sull’economia locale”. A sostenerlo è il capogruppo del Psi in Consiglio regionale Rocco Vita che esprime “forte preoccupazione per i circa 30 posti di lavoro a rischio in una zona industriale che porta evidenti i segni di un processo di industrializzazione che ha avuto una storia breve e traumatica come insegna la vicenda ex Standartela, di cui sono ancora aperte le ferite sociali in una realtà dove un centinaio di posti di lavoro hanno lo stesso significato di una grande fabbrica del Nord. Tutto ciò mentre c’è chi coltiva il sogno di ampliare l’area industria Isca-Pantanelle quando invece ogni sforzo va indirizzato al mantenimento delle attuale fabbriche e degli attuali livelli occupazionali con programmi di marketing e di sostegno all’internazionalizzazione dei prodotti”.

“Inoltre, la scelta della società multinazionale proprietaria dello stabilimento in territorio di Sant’Angelo Le Fratte – continua Vita – è molto simile a quella di altre società estere che di fronte a problemi di mercato e commesse non esitano a tagliare proprio l’unità produttiva che opera al Sud. Eppure la produzione di cassonetti destinati alla raccolta dei rifiuti in una fase di maggiore attenzione di istituzioni e politica per i problemi della raccolta differenziata e dello smaltimento dei rifiuti dovrebbe favorire qualche soluzione all’interno della filiera virtuosa nella quale senza una dislocazione maggiore di cassonetti diventa impossibile raggiungere obiettivi altrettanto virtuosi di differenziata”.

“Anche il ricorso alla cassa integrazione straordinaria – aggiunge l’esponente del Psi – è il segnale della carenza di azioni e misure alternative da attivare attraverso lo strumento della formazione continua e della qualificazione professionale per favorire, se necessario, riconversioni industriali e produttive e pertanto della forza lavoro. E’ un nuovo esempio della necessità di definire il Piano triennale del lavoro, come sollecitato da tempo e da più parti, in modo che le politiche della formazione siano strettamente legate alle politiche attive del lavoro, adeguando una strategia che risulta di fatto superata e pertanto inefficace ad affrontare le numerose crisi aziendali, come testimonia il caso della Tecno Plastica, in quanto ci si limita all’erogazione della cassa integrazione”.

    Condividi l'articolo su: