“Acqua di tutti, che unisce e non divide. E ora rafforziamo la caratteristica pubblica di questa risorsa e della sua gestione”
“La soddisfazione che ha suscitato in me l’esito del recente referendum sulla gestione pubblica dell’acqua non è bastata ad eliminare dubbi e riflessioni che, in questo tempo, mi sono balenati in mente su questo tema. Cosa succederebbe se qualcuno volesse vendere l’aria o almeno lucrare sulla possibilità di tutti i cittadini di respirare aria pulita? Chi solo avanzasse questa ipotesi sarebbe tacciato di pazzia (e a me suona strano solo a formularla) eppure la società ha generalmente accettato che sia plausibile avanzare ipotesi simili sull’acqua. Ma sia senza aria che senza acqua non c’è umana possibilità di vita”.
E’ quanto dichiara il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, in occasione della tappa lucana della Staffetta dell’acqua, la corsa simbolica organizzata per valorizzare la qualità dell’acqua del rubinetto e sensibilizzare i cittadini all’uso attento ed al consumo consapevole.
“Fatta l’Italia, facciamo gli italiani, disse Massimo D’Azeglio nel 1866, e analogamente io ora dico – continua De Filippo. Fatta la norma sull’acqua pubblica, col referendum, continuiamo a costruirne la consapevolezza. Per questo ritengo che manifestazioni come la “staffetta dell’Acqua” promossa da Acquedotto Lucano siano importanti e l’ho sottolineato col patrocinio della Regione Basilicata. I principi da affermare sono due -osserva De Filippo – da una parte che l’acqua è un bene di tutti, a cui tutti devono avere possibilità di accesso, dall’altro che tutti dobbiamo preservare questo patrimonio. Un proverbio masai spiega che l’ambiente in cui viviamo non ci è stato donato dai nostri padri, ma ci è stato prestato dai nostri figli. E questo significa, lavorare, studiare, investire per garantire che l’acqua arrivi a tutti e che potremo restituirla ai nostri figli. Per questo, in modo semplice, affermiamo che l’acqua non ha un prezzo, ma un costo. La Basilicata, da sempre, ha operato tenendo ben presenti questi due principi. Lo ha fatto quando c’era da affrontare un quadro normativo avverso, realizzando una società per azioni ma “in House” per gli enti locali lucani, versando un capitale sociale di un euro per ogni residente nei nostri comuni. Lo ha fatto investendo sui sistemi di accumulo e costruendo un modello solidale di condivisione della risorsa, che contemperi le esigenze di un acqua per tutti con la necessità di ristorare chi sostiene i costi, sia come spese che come opportunità mancate, per il suo immagazzinamento. E ancor con più forza continuerà a farlo ora con il mutato quadro normativo nato dall’esito del referendum, che consentirà di accentuare quella caratteristica pubblica della gestione dell’acqua, che in sostanza qui è stata sempre garantita, ma che contribuisca ad accrescere quella consapevolezza che sulle risorse idriche non può lucrare nessuno. Acqua di tutti. Che unisce e che non divide. Che necessita di risorse e restituisce ricchezza. Che dobbiamo usare – conclude il presidente della Regione Basilicata – ma dobbiamo preservare. Tutti insieme. In una ideale staffetta tra territori e generazioni”.
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