Sospensione Cova, M5s: serve exit strategy dal petrolio

I consiglieri regionali Leggieri e Perrino ribadiscono la posizione espressa ieri in Aula: “E’ palmare ed evidente a tutti i lucani il fallimento del nefasto esperimento delle estrazioni petrolifere in Basilicata”

&ldquo;Accade cos&igrave; che quel rivolo di petrolio che inizialmente si pensava fosse misteriosamente fuoriuscito dal Centro oli di Viggiano (Cova), oggi sarebbe diventato un impetuoso fiume in piena che non si &egrave; ancora riuscito a prosciugare o, almeno, a contenere. Accade cos&igrave; che siamo ancora a discutere del nulla cosmico: nessuno ha ancora avuto il coraggio di chiarire la quantit&agrave; di greggio sversato, quanti terreni attorno al Cova risulterebbero essere contaminati, in quale situazione si trovano le falde acquifere. Solo vaghe ammissioni di probabili contaminazioni da idrocarburi in alcuni affluenti dell&rsquo;Agri&rdquo;. E&rsquo; quanto affermano i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Gianni Leggieri e Giovanni Perrino commentando l&rsquo;esito del dibattito svolto ieri in Aula sulla sospensione delle attivit&agrave; del Centro oli.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; fresca la notizia di un secondo serbatoio responsabile della contaminazione in atto: a riprova di una situazione &ndash; aggiungono – che apparirebbe fuori controllo e molto pi&ugrave; grave di quanto temuto e rispetto alla quale gran parte della verit&agrave; deve essere ancora portata alla luce. Accade cos&igrave; che &egrave; palpabile la paura di pronunciare chiaramente e ad alta voce le parole ormai sussurrate e sulla bocca di tutti: siamo o meno di fronte ad un disastro ambientale, presidente? A differenza di chi, in segno di aprioristica approvazione e servile accondiscendenza, ha esaltato la sospensione delle attivit&agrave; del Cova (dopo che per&ograve; la frittata petrolifera era stata ampiamente fatta), noi siamo qui a chiederle conferma del potenziali danni ambientali che la sua politica, tra ritardi e mancanze di dipartimenti regionali ed Arpab, rischiano di provocare in Val d&rsquo;Agri. Ogni azione intrapresa &egrave; stata tardiva e, probabilmente, poco utile, soprattutto alla luce del fatto che probabilmente il peggio sarebbe gi&agrave; avvenuto&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Peccato che le stesse azioni e la stessa risolutezza mostrata negli ultimi giorni dalla Giunta Pittella nei confronti di Eni &ndash; affermano Leggieri e Perrino – , non si sia vista per tre lunghi anni: nonostante inquietanti segnali avvertivano che la situazione stesse rapidamente precipitando. Lo conferma l&rsquo;impressionante mole di documenti che abbiamo analizzato negli ultimi giorni. Una quantit&agrave; tale di informazioni che rischia di far perdere l&rsquo;orientamento anche agli addetti ai lavori: lo stesso assessore all&rsquo;Ambiente, Pietrantuono si &egrave; mostrato sorpreso quando, in aula, abbiamo evidenziato che le analisi prodotte da un laboratorio privato e commissionate da Eni (datate 19 aprile 2017) relative alle operazioni di messa in sicurezza di emergenza non risultano accreditate nella parte riguardante gli idrocarburi. Che affidabilit&agrave;, a cosa servono quelle analisi? Ai creduloni che si soffermano al logo di &lsquo;Accredia&rsquo; riportato in alto a destra dei fogli?&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Corre l&rsquo;obbligo di ribadire ancora una volta &ndash; concludono Leggieri e Perrino – la nostra posizione a quel presidente Pittella assente durante una cos&igrave; importante discussione in aula (forse ancora impegnato nella conta dei votanti alle primarie Pd): occorre bonificare subito e pianificare l&rsquo;exit strategy dal petrolio. E&rsquo; palmare ed evidente a tutti i lucani il fallimento del nefasto esperimento delle estrazioni petrolifere in Basilicata. Quanto durer&agrave; ancora il Cova? E poi i costi della bonifica chi li sosterr&agrave;, presidente? Gi&agrave; adesso stiamo pagando un prezzo altissimo: inquinamento, desertificazione e progressivo e inesorabile spopolamento. Liberiamoci gradualmente e senza timori dal petrolio, innescando la definitiva transizione verso le fonti rinnovabili: perch&eacute;, presidente, l&rsquo;ora pi&ugrave; buia &egrave; quella subito prima dell&rsquo;alba&rdquo;.<br />

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