"Sul risultato del referendum costituzionale si e' detto di tutto, ognuno ha tenuto a far sapere il proprio punto di vista scomodando, a volte, anche la fantapolitica, ma l'unica certezza e' che c'e' stato il trionfo della democrazia grazie anzitutto alla grande partecipazione popolare, circostanza che fa ben sperare sull'inizio di una nuova fase che vede i cittadini riavvicinarsi alle istituzioni e reclamare coinvolgimento e partecipazione, anche se a giudicare dalla maniera in cui Renzi si e' dimesso e dalla compagine del nuovo Governo sembrerebbe che tutto questo non sia stato compreso". Lo dichiara Egidio Defilippis, portavoce circolo Sinistra Italiana di Miglionico.
"La schiacciante e inaspettata vittoria del NO – prosegue – ha impedito che una pessima riforma della costituzione potesse limitare la liberta' popolare e che il potere finisse nelle mani di poche persone, ma il voto e' stato anche condizionato dalla volonta' popolare di porre fine all'esperienza di un Governo che si e' caratterizzato per aver imposto al Paese riforme che hanno complicato la vita ai cittadini e si e' distinto per arroganza, supponenza ed estrema disinvoltura. Anche le particolari e capillari situazioni locali hanno contribuito in maniera determinante al risultato e, difatti, si spiega cosi lo straordinario successo ottenuto dal fronte del NO nella roccaforte del presidente della regione e in tutti i comuni della Valdagri interessati dalle estrazioni petrolifere, comunita' che erano gia' scese in campo il 17 aprile scorso per impedire che le trivelle continuassero a perforare il territorio pregiudicando irrimediabilmente l'ambiente e la salute dei cittadini. Si spiega cosi' anche l'eccezionale contributo da parte della comunita' di Miglionico, da tempo interessata da politiche godereccie che, tuttavia, disconoscono i reali problemi dovuti alla disoccupazione, al degrado e alla emarginazione. Il referendum e' stato l'occasione per dire basta alle politiche delle carnevalate, delle canzonette e delle pettolate, anche apprezzabili se si vuole ma non esaustive, evidentemente perche' ci si aspettava piuttosto un progetto di sviluppo per questo territorio che piu' di altri, avrebbe le potenzialita' per andare al traino della citta' capoluogo, per storia, cultura, tradizioni, interessi commerciali e posizione logistica. La straordinaria affluenza alle urne di Domenica ha sancito altresi' la fine del clientelismo e il ripudio dell'arroganza che si e' esplicitato finanche nella disinvoltura con cui sono stati presidiati i seggi elettorali.
In sostanza e' stata la democrazia mortificata a ribellarsi perche' a Miglionico il confronto politico e' stato finora soffocato perfino dalla impossibilita' di utilizzare l'auditorio, (transformato in sala consiliare, e quindi nella casa di tutti) per dibattere i temi che interessano alla collettivita'. E' davvero singolare che un partito politico debba essere costretto a pagare per assolvere alla propria funzione quando di quella struttura pubblica ne viene fatto un uso smodato visto che e' sufficiente cammuffarsi dietro la sigla di una associazione per averne diritto all'uso gratuito.
A Miglionico, e non solo, il referendum costituzionale ha rappresentato lo spartiacque tra il sistema di potere di alcune famiglie voraci e un tessuto sociale disincantato dall'inconsistenza del PD locale colpevolmente inconsapevole dei problemi che vive la comunita' e del degrado, anche del patrimonio immobiliare pubblico e privato, che investe ogni famiglia. In questa periferia del referendum, e' stato insegnato a piegare i cartoni e a usare la cazzuola ma mai c'e' stato impegno, o capacita' di pianificare la crescita sociale, economica e culturale di una comunita' stanca di canzonette. Il voto di Domenica scorsa e' stato, per la cittadinanza, una ghiotta occasione per esternare il malessere, ma anche lo spunto, per le forze politiche, di lavorare a una proposta amministrativa alternativa che sappia allargare il campo a quei mondi interessati da una visione della societa' ampia, civica, ambientalista e progressista".
Bas 05