Il Consigliere di Alleanza per l’Italia nel commentare la sentenza del supremo Consiglio sul Parco dell’Appennino Lucano, ritiene “indispensabile rivedere la perimetrazione territoriale, attraverso la convocazione di una nuova Conferenza unificata”
“La sentenza n. 1333 dell’8.3.12 del Consiglio di Stato ha confermato quella del Tar Lazio che annullava, in parte qua, il Dpr dell’8.12.07 con cui è stato istituito il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano. Ciò significa non solo che la società interessata, la Tyke S.r.l., potrà realizzare una discarica di rifiuti speciali e fanghi petroliferi in agro di Satriano di Lucania, ma anche che la procedura seguita e gli atti impugnati erano illegittimi”. È quanto affermato dal capogruppo di Alleanza per l’Italia in Consiglio regionale, Alessandro Singetta, che aggiunge: “al di là del caso singolo portato all’attenzione del supremo Consiglio, questa sentenza può e deve costituire la base per una serena riflessione sulle reali esigenze dei territori interessati dai confini del Parco dell’Appennino Lucano”.
“I Parchi, in cui ricade buona parte del territorio della Basilicata – afferma l’esponente dell’Api – costituiscono un bene di indiscutibile valore da tutelare, tuttavia, occorre trovare il modo per stabilire un sereno equilibrio tra ‘sistema natura’ e ‘sistema antropico’ e farli diventare anche volano di sviluppo”.
“I Parchi – conclude Singetta – non devono essere visti solo come un vincolo, ma come espressione delle reali esigenze dei territori. Sarebbe opportuno, attraverso la convocazione di una nuova Conferenza unificata, indispensabile dopo la sentenza del Consiglio di Stato, rivedere la perimetrazione territoriale, tenendo conto della volontà di inclusione o di parziale esclusione di alcuni Comuni”.