Sindacati e imprese per un progetto di rinascita economica

Uil, Cisl e Confindustria di Basilicata, insieme a Pensiamo Basilicata (Alleanza delle Coperative, Confartigianato, Api Potenza, Confapi Matera, Cna, Confeserecenti, Confcommercio, Casartigiani, Coldiretti, Cia, Unci Copagri, Confagricoltura) in un manifesto congiunto propongono un'analisi della situazione economica e sociale del Mezzogiorno.
Di seguito il testo completo del "Progetto di comunità".
"Nella difficile situazione economica e sociale che vive il nostro Paese si inserisce quella più antica e severa del Mezzogiorno e, per quanto più ci sta a cuore, della Basilicata. Per troppi decenni l’esercizio di politiche non concludenti in cui molti governi si sono avvicendati ha liquidato la dimensione d’urgenza meridionale e lucana in una serie di promesse vaghe ed inevase e che di fatto hanno aggravato il divario con il resto del paese e dell’Europa. Lungi dal pretendere di risolvere hic et nunc la questione meridionale, la condizione di specialità della nostra regione impone, però, alle forze della rappresentanza sociale lucane il dovere di non arrendersi al bozzetto fosco e recessivo che ormai da troppo tempo disegnano le incertezze finanziarie, le programmazioni inefficaci e le precarietà negoziali. L’adempimento di questo dovere pretende responsabilità e condivisioni ben più ampie di quelle sino ad oggi ottenute. Si tratta, dunque, di riprendere tutt’intera la sfida della rinascita economica della Basilicata con il senso e l’altezza di un grande Progetto di Comunità. Un progetto necessario e non rinviabile in cui l’industria, le piccole e medie imprese, le organizzazioni datoriali ed i sindacati, sappiano stare insieme e con parole forti e coraggiose interloquire costruttivamente con il governo regionale, per cogliere appieno le opportunità nuove che si offrono con gli snodi decisivi del petrolio, (Memorandum ed art. 16 del decreto liberalizzazioni), del Fondo di Sviluppo e Coesione 2007-2013, deliberato nella seduta Cipe del 3 agosto 2012 e del ciclo comunitario 2014-2020. Tre snodi grazie ai quali la Basilicata potrà non solo verticalizzare molte delle sue opportunità, ma finalmente potrà crescere in competitività, lavoro e benessere. Probabilmente non è dato sapere se sia questa l’ultima chance ad offrirsi per un cambiamento epocale, ma di certo si può scorgere la misura promettente che ne deriva da ogni parte. Si possono ribaltare le debolezze produttive e le pigrizie burocratiche. Si possono rafforzare le reti logistiche e di servizio ed innovare i sistemi di presentazione, di capacità organizzativa, di sicurezza ambientale. E soprattutto si può rilanciare la strada di concertazione interistituzionale e di vera partecipazione con le soggettualità dello sviluppo e con le forze della rappresentanza sociale che in questi anni così difficili per le sorti di ognuno, hanno saputo mantenere intatti i valori di responsabilità e di coesione. L’esperienza di Obiettivo Basilicata 2012, arricchita significativamente dal manifesto Pensiamo Basilicata segna, nella conflittuale storia delle relazioni istituzionali, un modello innovativo per ancorare la concertazione a progettualità comuni, ad azioni efficaci, a relazioni di qualità. Va dato merito al Presidente De Filippo e alla politica regionale di averci creduto con fiducia e serietà. Oggi quest’esperienza, ripresa in molte altre Regioni, va completata fino in fondo ed il suo apprezzabile spirito concertativo va agganciato alle nuove vicende, a partire dal Memorandum che impone sempre più di uscire allo scoperto per rivendicare, anche attraverso una grande mobilitazione democratica a Roma, la celere e fruttuosa definizione delle risorse e dei progetti di sviluppo occupazionale e infrastrutturale a beneficio del territorio regionale, segnatamente anche alle questioni centrali dell’automotive e del polo del mobile imbottito. I lucani abitano un piccolo angolo d’Italia. Ma è anche da esso che passerà la scossa economica per il risveglio di un Paese sempre più infiacchito dal peso enorme di tasse e debiti. Per fare bene la sua parte, anche nell’interesse dell’Italia, la Basilicata ha però bisogno di progettualità, visione comunitaria, massa critica. Ha bisogno, insomma, di un modello di sviluppo nel quale si esalti la forza dei vincoli comunitari e con essa il senso di appartenenza alla dimensione sofferta e nobile del lavoro, alla tensione all’innovazione mostrata dai giovani, ai valori d’impresa e di coesione sociale e naturalmente a molto altro. Per questo la nuova e decisiva partita che si giocherà tra governo nazionale e Basilicata dovrà ricercare un nuovo equilibrio tra i doveri chiesti alla nostra regione e i suoi diritti in tema di sostenibilità ambientale, di sviluppo economico, di lavoro. Può essere questa la strada migliore per non rassegnarsi mai e finalmente dare speranza, voce e possibilità a tutti".

bas 08

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