Simonetti su fondi Ue per lotta al caporalato

L’'Europa destina oltre 15 milioni di euro alla Basilicata per tre anni per la  lotta al caporalato e contro lo sfruttamento dei lavoratori. Sono previsti anche interventi per l'occupazione dei giovani lucani, l'inclusione dei migranti, il recupero dei beni demaniali e pubblici, anche per l'agricoltura sociale, per le attività produttive, i servizi e le attività culturali.
Lo ha annunciato Pietro Simonetti, presidente del Coordinamento Politiche Migranti e Rifugiati della Regione Basilicata.
“I finanziamenti  – ha spiegato – sono indirizzati anche con progetti specifici alle attività culturali e di formazione professionale  per gli antichi mestieri e per le nuove professioni, oltre al sostegno del sistema scolastico, con azioni mirate anche per i giovani lucani, seppur emigrati, e per la conoscenza della lingue, a partire da quella italiana, e della cultura civica.
Le risorse sono state programmate  dal Tavolo Regionale Anticaporalato, presieduto dal Prefetto di Potenza, e  dalla Regione con  Lab, Alsia, Enti Locali, Ufficio Regionale Scolastico, Asl,  Parti Sociali e Volontariato. A livello nazionale sono stati proposti e definiti  con i Ministeri Interno e Lavoro e con la Commissione Europea, mediante bandi e protocolli.
Gli ultimi finanziamenti, in ordine di tempo, su misure proposte dal Coordinamento, sono stati assegnati nei giorni scorsi dai Ministeri Interno e del Lavoro.
Sono i programmi "Impact", "Prima", "Minori non accompagnati", "Lim" e "Sostegno al sistema socio sanitario": complessivamente si tratta di 12 progetti.
Interventi che coinvolgono migranti e giovani lucani per formazione, assistenza socio sanitaria e lavoro, in continuità con quelli in corso decisi  nel 2017 dal Ministro  Minniti.
La platea progettuale, composta dalla Regione Basilicata con Puglia, Calabria, Campania e Sicilia, prevede  iniziative  con il progetto "Su. Pre. Me": il Sud protagonista per superare le emergenze, per liberare, prioritariamente, dalla schiavitù circa 18.000 lavoratori rinchiusi e gestiti dai" caporali "e dalla criminalità organizzata nei ghetti e nelle case diroccate, con l'erogazione di tutti servizi di accoglienza, trasporto, tutela del lavoro e Pon Inclusione.
I finanziamenti sono della U. E. con misure dei fondi Fami Emergenziale, Pon Legalita' ed Inclusione, Fami nazionale.
La Basilicata è coinvolta con gli interventi 2019/20 per l'accoglienza in tutta la Regione, con nuovi centri per stagionali, attività formative, occupazione, sostegno al sistema scolastico, rafforzamento Centri Impiego e degli organici dei Comuni interessati e attività ispettive e di controllo del territorio.
La UE mette a disposizione queste risorse – ha aggiunto Simonetti – perchè in Basilicata  sono residenti circa 24 mila migranti, di cui circa 2. 900 giovani iscritti nel sistema scolastico, 44 mila lavoratori migranti occupati  nei comparti agro alimentare, edilizia e lavori di cura, anche in mobilità giornaliera da altre Regioni.
Per quanto riguarda i richiedenti asilo: negli ultimi tre anni sono transitati in Basilicata circa 5000 migranti.  Attualmente, anche per la riduzione degli sbarchi, a partire da luglio 2017,sono ospitati circa 2200 persone (160minori non accompagnati) . Nel 2017 erano oltre 3000.
Nel sistema di accoglienza regionale nel 2017 i giovani lucani occupati erano 750, i comuni candidati ad  ospitare oltre 70, le strutture 120, in gran parte di piccole dimensioni a costituire la cosiddetta accoglienza diffusa.
Per quanto concerne l'accoglienza dei lavoratori stagionali nell'area Bradano, Metapontino, Area sud, il Ministero del lavoro, in attuazione del protocollo nazionale, ha comunicato ufficialmente l'erogazione di finanziamenti per il prossimo biennio con fondi Ue. Siamo in attesa della legge di variazione di bilancio della Regione per aprire il campo agli stagionali di Palazzo per la campagna del pomodoro in continuità con gli ultimi quattro anni.
Ecco il bilancio :4500 assunti regolarmente, 1600 migrati ospitati nei centri temporanei, circa 350 migranti visitati e curati dall'ambulatorio dedicato Asp, dei quali 109 nel 2017; 400 lavoratori hanno utilizzato il trasporto a navetta l'anno scorso con finanziamento dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali, primo caso sperimentale nel nostro Paese”.
“Un futuro diverso senza nuovi schiavi, di lavoro buono– ha concluso Simonetti – è possibile. Il futuro è già cominciato".

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