Simonetti (Cseres): riflessioni sul 25 aprile

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Pietro Simonetti del Centro studi e ricerche economiche e sociali (Cseres). 
“In questo 25 aprile, con le rituali celebrazioni forse più sentite per la situazione in cui versa il Paese, mancano specialmente in Basilicata una riflessione e un ragionamento sullo stato della sinistra politica, del fronte antifascista e progressista. Da molto tempo la discussione, il confronto, con i relativi scontri di pezzi, nuclei e gruppi che si richiamano al centrosinistra, avvengono solo sulle questioni elettorali, sulle candidature e sulla gestione amministrativa. Ecco: non c’è bisogno di studiare o di approfondire, tanto c’è la rete, tanto ci sarà sempre una app che ci risolve tutto in un territorio a trazione misologa, quello in cui si odia molto ciò che è pensiero, riflessione, conoscenza e dialogo ragionato. Siamo di fronte ad una crisi che si fonda prima di tutto sul terreno della miscela prodotta dal neo settarismo autoreferenziale di gruppi impegnati da tempo nella conquista di posizioni di gestione del potere nelle amministrazioni e nei territori con altrettanti pezzi saldamente ancorati al minoritarismo di testimonianza. La scansione di questa pratica si aggiunge alla riduzione della capacità di proposta e vertenziali del movimento sindacale che non vive l’unità ma pratica la linea del divisi si perde. Le sconfitte elettorali del centrosinistra sono solo la plastica evidenza, negli ultimi anni, del "declinare crescendo": più gestione dei poteri meno radicamento e costruzione di soluzioni in un mondo che cambia attraverso la globalizzazione e la finanza. L'illusione di contrastare il populismo e la deriva a destra, organizzata con l'industria del falso e della menzogna, in particolare con la rete, demarca una fase che potrà essere lunga se non si procede alla ricostruzione di un telaio teorico e programmatico che può emergere anche dalla ricerca e dalla sconfitta del virtuale che ha preso il posto del fattuale”. Anche sul 25 aprile prende il sopravvento il ricordo il che disunito del fare politica, ora ed oggi in termini unitari, solidali e di comunità, determina la mancata, piena valorizzazione della Costituzione e del suo perno antifascista. La competizione continua e la volontà di sottomettere tutto ciò che sembra o e debole produce delle vittime. Il dominio dei pochi più forti sui tanti deboli. In definitiva non si è più uomini a una dimensione, come diceva Marcuse, ma persone senza dimensione. La dimensione del “dissidente” molecolare come il dissidente o scissionista di partito, di lista produce sconfitte e arretramenti politici e culturali. Sosteneva un grande filosofo:l'occhio umano non vede in due casi, quando e completamente buio o quando c'è troppa luce. La disformazione produce tutto e il suo contrario, quindi non si distingue il vero dal falso. Fermarsi a pensare e difendere la Costituzione in questo 25 aprile e tutti gli altri giorni, per evitare che l’emozione diventi "sintetica"”.  
  

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