"Dal prossimo 19 settembre circa 200 lavoratrici, prevalentemente immigrate, parteciperanno ai corsi di formazione per assistenti domiciliari, bandidi dalla Regione e gestiti dalle amministrazioni provinciali, tramite le agenzie formative. La misura decisa nel 2010, e coordinata dal Dipartimento Sicurezza sociale, Ufficio Immigrazione, è uno dei progetti sperimentali, con una posta finanziaria di circa 500.000euro, del pianno annuale 2009/10 per i migranti. I partecipanti, 3/4 residenti nella provincia di Potenza, saranno impegnati per oltre cento ore”. Lo dichiara in un comunicato Pietro Simonetti, coordinatore del Centro “Nino Calice”.
“Alle famiglie dalle quali dipendono – prosegue – sara' corrisposto un bonus corrispondete al nuomero delle ore formative che saranno compensate per la sostituzione delle lavoratrici. Le stesse riceveranno il bonus al termine della formazione, incentratta sui contenuti lavorativi e delle lingue. Si tratta di un intervento sperimentale molto importante che segna,una svolta nell'approccio alla condizione lavorativa dei migranti impegnati nei lavori di cura in Basilicata. Da questa esperienza il Centro Calice utilizzera dati e documenti che saranno molto utili nella messa a punto di idonee iniziative di studio e di proposta, in particolare sui flussi miratori in entrata e nella sezione emigrazione al femminile, in stretto collegamento con la Commissione regionale per le Pari opportunita'. Non solo elementi di ricerca – sottolinea Simonetti – ma anche proposte relative agli interventi nel reclutamento, con apposita strumentazione cosi come hanno fatto altre Regioni, e misure per combattere il lavoro nero. In Basilicata sono presenti oltre 20.000 assistenti domiciliari, in gran parte in nero. Oltre alla necessità di innovare sul terreno normativo e' urgente utilizzare i fondi europei per attivita' formative per migliaia di lavoratori, per andare oltre il progetto sperimentale. Il quadro demografico locale e quello nazionale reclamano un piano di ripopolamento con il riutilizzo delle case sfitte nei centri urbani e per stabilizzare la forza lavoro in agricoltura, nell'edilizia e nel lavoro di cura. si tratta – conclude Simonetti – anche di rifinanziare gli sportelli migranti che svolgono un ruolo importate.".
BAS 05