Il consigliere regionale del Pdl ha presentato un'interrogazione per conoscere, tra l’altro, “l’attuale organizzazione aziendale del San Carlo, specificando i vari dipartimenti amministrativi, sanitari ed eventuali strutture di staff”
“All’inizio – ricorda Rosa – fu la legge regionale n. 12 del 1 luglio 2008 che fu accolta quale panacea per il riordino e la razionalizzazione del Servizio sanitario regionale che nelle intenzioni del legislatore doveva essere caratterizzato dall’unità e integrato in una logica di rete nelle sue varie strutture ovvero: Azienda sanitaria locale di Potenza (Asp) e di Matera (Asm), Azienda ospedaliera regionale San Carlo (Aor) e dall’Irccs, Ospedale oncologico di Rionero in Vulture”.
“Ma poi – continua Rosa – la Sanità è rimasta saldamente in mano alla gestione politica attraverso i vari boiardi regionali, in gergo manager, direttamente scelti e selezionati dal potere lucano. Anzi, dalla scelta estiva della Giunta regionale di nominare Andrea Des Dorides, già direttore generale della Croce Rossa Italiana (150 mila volontari, 5mila dipendenti organizzati in 580 comitati, e un valore di produzione di 450 milioni di euro), direttore generale dell’Azienda ospedaliero – universitaria Careggi di Firenze (6mila dipendenti e un fatturato di 550 milioni di euro), ci si aspettava anche una riorganizzazione efficiente nel maggior ospedale lucano. Ma sembra che non sia così, tra una notizia di partenza del manager nazionale ed una smentita, si continuano a leggere indiscrezioni e dichiarazioni che pongono dubbi sulla politica di gestione del San Carlo. In questi giorni, l’organizzazione sindacale Unione generale del lavoro (Ugl) di Basilicata, piccolo sindacato ma libero e propositivo, ha diramato un comunicato stampa ove si denuncia una disorganizzazione presente presso il San Carlo di Potenza riguardante le Uu.Oo (Reparti). Nella nota sindacale si apprende che gli esponenti sindacali hanno chiesto all’assessore alla Salute, Attilio Martorano, di intervenire e vietare ai dirigenti della Direzione sanitaria del San Carlo (direttore sanitario e posizioni organizzative) di mettere in servizio nei reparti gli allievi dei corsi Oss, poichè queste figure professionali non sono contemplate nei Ccnl nazionali e non sono autorizzate a svolgere mansioni di tipo assistenziale. Inoltre, secondo l’Ugl gli allievi dei corsi Oss non possono sostituire il personale del Ssn. L’Ugl aveva già chiesto – puntualizza Rosa – ovviamente inascoltata, alla Direzione generale del San Carlo di vietare tale pratica e assumere provvedimenti immediati senza ottenere risultati. Inoltre, nella nota sindacale si evidenziano le cattive condizioni di ricovero dei pazienti presso l’ U.O. di Oculistica, costretti a traslocare tutti i giorni e dormire nell’U.O. di Otorino, con potenziali rischi di infezioni ospedaliere, nonchè letteralmente abbandonati durante le giornate di degenza”.
“La denuncia dell’Ugl risulta essere grave, dato che 5 mesi di cambi al vertice aziendale del San Carlo sembra non abbiano portato alcun cambiamento nella gestione e nessun miglioramento nella qualità dei servizi. Anzi – aggiunge Rosa – si prosegue nel solco delle variazioni dirigenziali, ma facendo rimanere tutto come prima, se non peggiorando. Ho presentato – riferisce l’esponente del Pdl – una interrogazione al Presidente della Giunta con la quale chiedo ufficialmente se le problematiche evidenziate dal comunicato stampa dell’Ugl corrispondano al vero, ed in caso affermativo le intenzioni della Giunta regionale e dell’assessore Martorano a riguardo e cosa si intende fare per sanare definitivamente la situazione. Inoltre, ho chiesto di conoscere l’attuale organizzazione aziendale dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo, specificando i vari dipartimenti amministrativi, sanitari ed eventuali strutture di staff, con l’evidenza delle variazioni attuate dalla nuova dirigenza”.
“Inutile evidenziare – sottolinea Rosa – che la Sanità lucana assorbe oltre il 60 per cento del bilancio della Regione Basilicata e che gli oltre mille milioni di euro non bastano a poter offrire un sistema efficiente e di qualità ai lucani. Una enorme massa di denaro pubblico che ogni anno non basta, essendo il pianeta sanità sempre in deficit strutturale. Personalmente non credo che le cause siano da ricercare nella complessità e nella delicatezza e vitale importanza di un settore avente quale scopo una ottima tutela al diritto alla salute dei cittadini. Se fosse solo questo, nessuno si opporrebbe ad ulteriori iniezioni di denaro pubblico. Ma la realtà – conclude il consigliere – è altra, la Sanità lucana è in deficit perchè alimenta un sistema di sotto governo e di inefficienze legate alla gestione partitica del settore che tutela i diritti acquisiti di chi gestisce e non, come dovrebbe essere, i diritti dei cittadini ad ottenere servizi medici e sanitari di qualità” .