Romaniello: tornare a fare politica ridando voce al popolo

Il consigliere Sel: “la grande partecipazione alla manifestazione della Fiom con una parola d’ordine che vale più di centomila (‘non possiamo più aspettare’) ci incoraggia a ad accelerare il percorso politico avviato con l’assemblea di venerdì scorso”

&ldquo;La grande partecipazione popolare alla manifestazione della Fiom con una parola d&rsquo;ordine che vale pi&ugrave; di centomila (&lsquo;non possiamo pi&ugrave; aspettare&rsquo;) ci incoraggia a proseguire, anzi ad accelerare il percorso politico che abbiamo avviato con l&rsquo;assemblea di venerd&igrave; scorso a Potenza che ha segnato una buona presenza e con essa ha testimoniato una rinnovata voglia di tornare a fare politica ridando voce e rappresentanza al popolo di sinistra che purtroppo le ha perse da troppo tempo&rdquo;. Lo sostiene il capogruppo Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, ricordando che &ldquo;proprio nella nostra assemblea di Potenza, con interventi di esponenti di Fiom e di varie categorie della Cgil, tanti militanti di Sel hanno riconosciuto il ruolo insostituibile della Cgil, punto di riferimento per lavoratori, giovani, donne, disoccupati e pensionati. Da molti ho sentito &ldquo;meno male che ci sono i compagni della Cgil&rdquo; e che senza il baluardo della Cgil tanti diritti sarebbero stati cancellati&rdquo;.&nbsp;<br />La manifestazione della Fiom &ndash; continua &ndash; ci stimola a fare di pi&ugrave; per essere vicini al sindacato del lavoro, a non lasciarlo solo in una battaglia che &egrave; per un nuovo progetto di societ&agrave; alternativo all&rsquo;attuale modello di sviluppo, per contrastare scelte economiche che risentono della presenza nel Governo di idee liberiste e antipopolari, dopo che il Pd ha fatto saltare il programma Italia Bene Comune. Dunque ripartire a fare politica dai contenuti e non dai perimetri delle alleanze. E tra le priorit&agrave; sociali individuate in Basilicata intorno al Piano per il lavoro: garantire ed ampliare l&rsquo;area del sostegno alle fasce deboli; battere la cultura che il welfare &egrave; assistenzialismo; ripensare le politiche di sostegno alle imprese; riduzione dei costi della politica, degli enti con l&rsquo;eliminazione di quelli inutili; separazione netta fra programmazione e controllo della gestione; piano straordinario per la tutela di ambiente, territorio e salute; piano rifiuti (specie differenziata); energia e petrolio. Il primo momento che ci attende &ndash; conclude Romaniello &ndash; &egrave; quello di ricostruire luoghi di ascolto e di confronto perch&eacute; la vita di tante persone segnata dal dramma sociale non sia un destino fatale&rdquo;.<br />&nbsp;&nbsp;

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