Il consigliere regionale del Gruppo misto: “Il Masterplan, il solito annuncio plateale di un premier che vuole solo stupire”
“Il dibattito sul Masterplan sviluppatosi ieri nel Consiglio regionale – dice Romaniello – ha fatto emergere tutte le contraddizioni del Governo nazionale che nel mentre annunciava, (rimanere ancora in piedi?) un grande piano per il Sud, con la legge di Stabilità, non solo non stanzia risorse, e da certezze di trasferimento di quelle già assegnate, ma vuole tagliare di un altro miliardo, in aggiunta ai due già tolti al sistema sanitario, passando dai 113 miliardi previsti agli attuali 111 con effetti devastanti anche nella nostra regione sui servizi alle persone”.<br /><br />“Inoltre – continua Romaniello – stando alle dichiarazioni fatte in Consiglio, tutti hanno dovuto riconoscere che, non solo i dati Svimez, Istat e Banca D’Italia confermano l’allargamento della forbice fra nord e sud, come dimostrano gli stessi dati sulla timida ripresa si rafforza il rischio per il mezzogiorno di essere escluso dai finanziamenti per opere strategiche sul versante infrastrutturale aumenta”.<br /><br />“Renzi – ricorda il consigliere – ha dichiarato che sulla sanità, oggi, nell’incontro a Palazzo Chigi con i Presidenti delle Regioni si divertirà. Inoltre, con le dichiarazioni sugli stipendi dei Presidenti di regione, rincorre i grillini piuttosto che produrre atti concreti sui tagli degli stipendi, a partire da lui e dai parlamentari unitamente a quelli dei consiglieri regionali e di tutta la dirigenza della Pubblica amministrazione. Il premier prosegue nelle sue esternazioni affermando che non è vero che nella legge finanziaria non ci sono le risorse per il Sud, in quanto si finanzia in 3 anni l’intervento sulla terra dei fuochi, Matera capitale Europea della Cultura (di quanto non si sa) e la Salerno – Reggio Calabria. Tutto qui? Il Masterplan – sostiene Romaniello – stando a queste dichiarazioni e quanto scritto in finanziaria, non esiste. E’ stata la solita uscita di un premier che l’unico obiettivo che ha è quello di stupire, nel bene e nel male, in questo caso vale la seconda ipotesi”.<br /><br />“Infatti – precisa Romaniello – alle dichiarazioni ha aggiunto che non servono ‘vagonate di progetti’, ma solo completare le incompiute, giusto l’opposto di quello di cui sta discutendo con le Regioni ed i Sindaci delle Città metropolitane con le famose 15 intese in cui c’è tutto ed il suo contrario. Singolare, pertanto, è quanto scritto nelle premesse della mozione approvata ieri in Consiglio regionale che pure hanno votato i tanti i quali hanno condiviso la genericità dei documenti proposti e l’assenza di poste finanziarie. Una mozione, giusta nel dispositivo finale, ma dalle premesse dette e ridette sulla necessità di cambiare verso nelle politiche industriali, di sostegno alle imprese, per non parlare di quanto scritto su royalties e sanità”.<br /><br />“Credo che i cittadini della Basilicata – sostiene il consigliere – non hanno bisogno di sentirsi ripetere cose già abbondantemente affermate, oltre che l’elencazione di opere che da 20 anni si dichiara di voler realizzare, nel mentre si riducono le risorse per i piani di zona, si sospende il Coopes, e non parte nessun nuovo progetto d’iniziativa industriale, con quelli che speravano di passare dagli ammortizzatori sociali al lavoro, lasciati senza alcun sussidio”.<br /><br />“E’ finito il tempo dei proclami e delle pontificazioni – conclude Romaniello – servono fatti e coerenza se si vuole che i partecipanti al voto passino dal 47 per cento (in Basilicata) al 70 per cento, piuttosto che al 40 per cento”.<br />