Per il consigliere regionale di Sel “il confronto sul nuovo Statuto deve essere contestuale alle risposte sulle emergenze sociali”
“Il nuovo Statuto deve essere prima di tutto la Carta dei principi fondamentali e dei valori, deve definire, con chiarezza, la forma di governo, i luoghi e le sedi della partecipazione della democrazia e del coinvolgimento della società civile, ridefinire meglio i rapporti e le funzioni della Giunta e il rapporto fra Giunta e Consiglio e, con più nettezza, riconoscere il ruolo e le funzioni delle opposizioni. Ma penso che riusciremo a portare a termine il lavoro del nuovo Statuto se apriamo, da subito, una discussione sui ruoli e la funzione della politica, sulla riduzione dei costi della politica e in particolare apriamo una discussione alla luce del sole e senza tatticismi sulla legge elettorale”. E’ il commento del capogruppo Sel Giannino Romaniello al dibattito sullo Statuto.
”Il tema centrale – aggiunge – è la riforma della filiera istituzionale. Io non so se le Province resteranno in vita o non resteranno; so solo che non possiamo avere nella nostra Regione, come nelle altre, quattro livelli istituzionali locali che sono il Comune, le Aree Programma, che hanno preso il posto delle disciolte Comunità Montane, le Province e infine la Regione, con il risultato di una sovrapposizione di enti di gestione rispetto alla stessa materia. Ma è bene chiarire che ridurre i costi della politica non deve corrispondere all’equazione ridurre gli spazi della democrazia, dando libero sfogo alle forme di antipolitica più spinte, che passano per l’operazione demagogica sostenuta dal Governo di centrodestra della riduzione del numero dei consiglieri comunali come di quelli del livello intermedio”.