Romaniello: Basilicata hub energetico è una scelta sbagliata

Per il capogruppo di Sel in Consiglio regionale “è possibile perseguire un’altra idea di sviluppo che produca reale occupazione e stabile, sviluppo anche attraverso un programma più convincente per l’utilizzo delle energie rinnovabili”

“La scelta di trasformare tutta la Basilicata in hub energetico per l’Italia e l’Europa è una ipotesi politica sbagliata perché condiziona i fondi da destinare ad infrastrutture e servizi ai lucani alla possibilità di estrarre più idrocarburi”. Lo ha detto il capogruppo di Sel in Consiglio regionale Giannino Romaniello illustrando oggi ai giornalisti la posizione di Sel che ha votato in Consiglio regionale contro l’odg sulla “questione petrolio”.

“Intanto – ha sottolineato l’esponente politico – quattro mozioni sono state ritirate per produrre un odg bipartisan o inciucioso, come si preferisce, che esprime una cultura politica che è figlia di questi tempi che vedono un Governo tecnico alla guida del Paese con azioni politiche dal valore doppio, secondo la convinzione che bisogna mettersi tutti insieme per il bene del Paese. Un bene a prescindere dai danni che produce per le categorie più deboli. Insomma per un interesse generale non ben identificabile, si può far perdere lavoro e pensione, licenziare, pagare più tasse. Da noi pare una riedizione di strategia Dc – Pci costruita negli anni settanta intorno a quella che fu chiamata ‘vertenza Basilicata’, tutti insieme contro il Governo dell’epoca”.

“C’è innanzitutto un problema di coerenza da parte dei partiti lucani che evidentemente – ha sostenuto Romaniello – parlano linguaggi diversi in aula consiliare e nelle piazze, mentre il meccanismo ipotizzato attraverso l’art.16 ricorda quello dell’Imu: i Comuni mettono le tasse e lo Stato incamera. In specifico l’art. 16 sancisce che solo una quota delle effettive maggiori entrate può essere utilizzata per programmi di sviluppo (maggiore estrazione = tante entrate per compagnie e Stato centrale e briciole per il territorio). Sel, che non ha vincoli di maggioranza, ha invece una posizione opposta a quella delle forze politiche del centrosinistra perché nel merito sosteniamo che sia possibile perseguire un’altra idea di sviluppo che produca reale occupazione e stabile, sviluppo anche attraverso un programma più convincente per l’utilizzo delle energie rinnovabili. Sull’occupazione, la vicenda del Contratto di Sito per l’area di Viggiano è emblematica di una incapacità dimostrata dalla Giunta regionale a garantire continuità di lavoro per gli addetti dell’indotto, mentre sull’utilizzo delle royalties è singolare che quasi tutti i consiglieri intervenuti nel dibattito abbiano manifestato perplessità ed espresso critiche per poi votare l’odg, mentre è semplicemente sconcertante l’affermazione che la card carburanti è una ‘grande idea’. Ritengo positivo l’impiego di una parte delle royalties – ha precisato – per il Reddito di Cittadinanza Solidale, l’Università, ma negativo per ripianare il debito della sanità e senza puntare su progetti e programmi in grado di produrre posti di lavoro”.

“Quanto alle azioni di monitoraggio ambientale – ha ricordato il capogruppo – è lo stesso De Filippo a riconoscere, due anni fa, in interviste a quotidiani, che gli impegni assunti dalle compagnie non sono stati rispettati. Rispetto alle infrastrutture il Piano Azione Sud contiene una serie di progetti per la Basilicata ed il resto delle regioni meridionali che nulla hanno a che vedere e né possono essere barattati con l’incremento della produzione di idrocarburi. Non si può cadere nella trappola del vecchio intervento straordinario: non risorse aggiuntive ma sostituzione dell’ordinario per affermare nei fatti pari diritti e servizi al Mezzogiorno uguali al resto del Paese. Anche per questo la tesi del governatore di ‘Basilicata regione speciale’ è ancor più incomprensibile”. Romaniello ha annunciato iniziative di Sel sull’intero territorio regionale a sostegno di un referendum prima coinvolgendo i Consigli comunali e successivamente allargando la consultazione ai cittadini, tanto più necessarie in presenza dei nuovi programmi di ricerca della Shell che interessano oltre 30 Comuni lucani oltre a quelli del Vallo di Diano”.

“Sel – ha concluso Romaniello – non rinuncia a pensare di poter cambiare il centrosinistra lucano a partire da due questioni rilevanti: oltre il petrolio le relazioni con i grandi gruppi industriali tra i quali la Fiat nei confronti della quale non c’è alcuna azione concreta per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per il progetto del Centro Ricerca di Melfi”.

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