Rifondazione Comunista su indagini Regione

"Mentre ci sarebbe stato bisogno di un governo regionale autorevole per costruire risposte economiche e sociali capaci di aiutare ad uscire dalla crisi, la classe politica lucana, nella sua quasi totalità si fa sorprendere con le mani nella marmellata. Un ceto politico incapace di vedere i gravi problemi sociali, l’impoverimento costante dei cittadini, nella convinzione che non ci siano alternative all’esistente, che non ci sia da cambiare, che non ci siano altre strade da cercare, probabilmente resosi anche conto della propria poca significanza, si è trascinato nella sciatteria, facendo passare noi tutti, per i reati contestati, per una terra miserevole". Lo sostiene in una nota Rifondazione Comunista Basilicata. 
"Chi parla di casta – prosegue –  non ha completamente ragione ma è certo che con il reddito del consigliere regionale si conduce una vita difficilmente orientata allo sforzo di rappresentanza degli interessi del corpo sociale. E’ molto più facile essere attratti dagli interessi dei più forti, Fiat, compagnie petrolifere, costruttori e la fota schiera di premiati, gestori privati di servizi pubblici, trasporti e rifiuti, le forniture ospedaliere, formazione".
"Siamo al capolinea di una classe politica – agiunge la nota –  che aveva per verbo il principio che il sostegno ai disoccupati era assistenza ed i soldi alle imprese investimenti. Con i risultati sotto gli occhi di tutti. Record di disoccupati, di precari, di cassa integrazione, di poveri ed un sistema immobile nonostante le ingenti risorse impegnate nell’ultimo decennio".
"E’ urgente ricostruire la sinistra. Una sinistra autonoma e libera da ogni condizionamento, radicata nei luoghi di vita e di lavoro, che impone l’attenzione alla vita del corpo sociale e non a quella di pochi privilegiati".

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