Referendum petrolio, mercoledì il deposito in Cassazione

Lacorazza: “Fatto di grande rilevanza, le istituzioni, al di là del colore politico delle amministrazioni regionali, hanno inteso riaffermare un principio: non si può decidere il futuro dei territori escludendo le Regioni e gli enti locali”

I sei quesiti referendari per l&rsquo;abrogazione di alcune parti dell&rsquo;art. 38 della legge n.133/2014 (sblocca Italia) e di alcune norme ad esso correlate, e dell&rsquo;art. 35 della legge n. 134/2012 (decreto sviluppo), promossi unitariamente dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome ed approvati fino ad ora da otto Assemblee legislative regionali (Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto e Calabria) saranno depositati mercoled&igrave; 30 settembre, alle ore 9,30, presso gli uffici della Corte di Cassazione.<br /><br />Lo rende noto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza, che ha promosso i quesiti e rappresenter&agrave; la Basilicata, Regione capofila dell&rsquo;iniziativa referendaria, con i consiglieri regionali Aurelio Pace (Gruppo Misto) e Giovanni Perrino (M5s).<br /><br />&ldquo;Siamo di fronte a un fatto di grande rilevanza &ndash; afferma Lacorazza – poich&eacute; gi&agrave; otto Regioni, quasi tutte all&rsquo;unanimit&agrave;, hanno approvato la proposta di quesiti referendari avanzata dal Consiglio regionale della Basilicata e fatta propria all&rsquo;unanimit&agrave; dall&rsquo;assemblea plenaria dei presidenti delle Assemblee legislative regionali. A queste otto Regioni andrebbe aggiunto anche il voto del Consiglio regionale della Sicilia che si &egrave; espresso a favore dei quesiti ma per una manciata di voti non ha raggiunto il quorum previsto, e il pronunciamento della Regione Lombardia che ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale l&#39;art. 38 dello Sblocca Italia. Decisioni di istituzioni che, al di l&agrave; del colore politico delle amministrazioni regionali, hanno inteso riaffermare un principio: non si pu&ograve; decidere il futuro dei territori escludendo le Regioni e gli enti locali&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Domani &ndash; aggiunge Lacorazza &ndash; altre quattro Assemblee legislative si riuniranno per discutere e deliberare sui referendum: quelle di Campania, Liguria, Emilia Romagna e Umbria. Ma dopo il 30 settembre anche gli altri Consigli regionali, in ogni caso, dovranno discutere dei quesiti, per onorare l&rsquo;impegno assunto in assemblea plenaria e per rispondere alle sollecitazioni di forze politiche e gruppi consiliari. Un risultato importante se si considera che il percorso referendario &egrave; stato costruito in sole due settimane, a partire dall&#39;assemblea plenaria dell&rsquo;11 settembre che ha formalizzato la proposta. Ringrazio quindi i presidenti delle Regioni, che hanno assunto l&rsquo;onere di questa iniziativa in un spirito unitario con i presidenti e delle Assemblee legislative, i partiti politici e i gruppi consiliari. Anche cos&igrave;, ne sono davvero convinto, si arricchisce lo spirito di leale collaborazione fra le Regioni e lo Stato. E soprattutto si ravviva la democrazia, le consapevolezza e la partecipazione dei cittadini&rdquo;.<br />

    Condividi l'articolo su: