Quinto conto energia, la Cia rilancia piano e distretto energetico

“A seguito della pubblicazione del quinto Conto Energia, che sarà operativo a partire dal prossimo 27 agosto, la Cia della Basilicata rilancia le proposte della definizione di un Progetto Regionale Agro-Energetico e dell’istituzione di un Distretto Agro-energetico regionale, proposte sintetizzabili nella parola d’ordine un mini-impianto di energie rinnovabili in ogni azienda”. “Intanto – evidenzia la Cia – i costi energetici incidono tra l’8 e il 12 per cento sui costi complessivi di un’azienda agricola a cui aggiungere una quota tra il 6 e il 10 per cento di costo carburanti. L’applicazione del quinto Conto Energia terminerà dopo 30 giorni dal raggiungimento di un tetto di 6,7 miliardi di euro di costo cumulato degli impianti. Per accedere ai nuovi incentivi, alcune tipologie di impianto non hanno l'obbligo di iscriversi al registro. A partire da quelli fotovoltaici di potenza fino a 50 kW, realizzati su edifici con moduli installati al posto di coperture su cui e' stato rimosso eternit o amianto, a quelli di potenza fino a 12 kW, inclusi gli impianti costruiti dopo una ristrutturazione, oltre che i potenziamenti finalizzati a ottenere un incremento di potenza inferiore a 12 kW. Le altre tipologie di impianto devono invece iscriversi in appositi registri per poter rientrare nei limiti massimi di costo indicativo cumulato annuo degli incentivi, ovvero 140 milioni di euro per il primo registro, 120 milioni per il secondo e 80 milioni per i successivi. Di qui la proposta della Cia di esonerare le imprese agricole che finalizzano la produzione di energia verde per autoconsumo.
Per la Confederazione, in particolare, le attività di produzione di energia elettrica da biomasse agricole e forestali dovrebbero essere meglio incentivate e i sostegni previsti sapientemente governati, attraverso la definizione del Piano regionale di agro-energia secondo la semplice proposta da attuare di un mini-impianto solare e/o di un mini-impianto eolico in ogni azienda. Anche piccoli impianti a biomasse legnose e gassose e di geotermia sono facilmente realizzabili nelle aree rurali e al servizio primario. Per questo il piano regionale deve puntare a favorire iniziative con produzione elettrica di media dimensione diffuse e non invasive del paesaggio e dell’ambiente, di autoconsumo e per compensazione/scambio dei fabbisogno energetici delle stesse aziende. L’obiettivo centrale per la Cia è l’istituzione del Distretto regionale agroenergetico per Basilicata. E‘ questo un modo per rendere competitive e a maggiore redditività il sistema della Pmi imprese specie quelle agricole. Appare necessario -evidenzia la Cia  – promuovere impianti di piccola e media taglia che utilizzano le biomasse solide, le biomasse metanigene e i bioliquidi sostenibili di origine locale, valorizzando il ruolo delle imprese agricole, le intese di filiera e i contratti quadro.
Inoltre, l’energia da biomasse e biogas potrebbe incrementare del 5 per cento il Pil agricolo aiutando le imprese ad aumentare la propria competitività sul mercato. Tutto questo, però, solo se si ottiene uno sviluppo delle agroenergie senza intaccare la produzione agricola destinata all’alimentazione umana e animale. E’ necessario che il Governo sostenga la transizione dalle energie fossili a quelle rinnovabili agricole con incentivi e contributi equilibrati, che premino più l’efficienza e meno le speculazioni. Per la Cia la generazione distribuita, cioè piccoli e medi impianti diffusi nel territorio e orientati allo sviluppo locale, è la chiave per dare agli agricoltori un ruolo centrale nella ‘rivoluzione verde’ e trasformarli da semplici fornitori di biomasse, che altri trasformeranno energeticamente, in protagonisti virtuosi e consapevoli sul fronte alimentare, energetico e ambientale”.

bas 06

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