Prov Mt, guardie venatorie: legge vieta retribuzione volontariato

“In merito alla nota presentata dalla Flai-Cgil e Fai-Cisl sulla questione delle 14 guardie venatorie volontarie è necessario fare un po’ di chiarezza per evitare strumentalizzazioni inutili”. E’ quanto si legge in un comunicato della Provincia di Matera. “Premesso che già all’insediamento del Commissario dell’Atc “A” il rapporto di lavoro di queste persone era cessato, occorre evidenziare come le 14 unità fossero state assunte con la qualifica di guardie venatorie volontarie. Una specifica, volontaria, che toglie ogni genere di dubbio rispetto la gratuità dell’attività resa.
Una evidenza argomentata peraltro giuridicamente dal rapporto rilasciato dall’ufficio legale dalla Provincia che sottolinea come “l’attività di volontariato non può essere retribuita in alcun modo poiché incompatibile con qualsiasi forma di lavoro subordinato…l’eventuale assunzione o retribuzione contrasta infatti con le disposizioni della legge 266 del 1991.” Parere condiviso anche dal dipartimento Ambiente della Regione Basilicata che rispetto alla vigilanza ambientale redige bandi specifici ai quali sono ammesse esclusivamente guardie venatorie volontarie alle quali viene riconosciuto unicamente un rimborso forfettario delle spese. Risulta innegabile che dopo 8 anni di retribuzione fosse diventato normale continuare a considerare lavoro, dovuto, quello che di fatto era e rimane una prestazione volontaria. A oggi si scopre che così legittime le attese delle guardie, per quanto comprensibili, non erano. Tuttavia, proprio in considerazione della delicatezza della questione, per venire incontro a questi cittadini il Commissario dell’Atc “A” e il presidente Stella avevano proposto di istituire un servizio di vigilanza che prevedesse il riconoscimento di una indennità forfettaria. Unica soluzione praticabile che non è stata accettata da chi, probabilmente, sperava che le cose potessero rimanere ancora confuse”.

bas 06

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