“È con estremo orgoglio che ieri, nelle sale della Commissione Europea, a Bruxelles, abbiamo ricevuto il premio come uno dei migliori progetti internazionale Life Nature 2016/2017 per il progetto RiCoPri” è quanto fanno sapere Mario Altante e Marco Delorenzo, rispettivamente presidente e direttore del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane.
"Per entrare nel dettaglio dell’evento all’interno del quale il progetto RiCoPri è stato premiato come miglior progetto Life Nature, – prosegue la nota dell'Ente Parco – possiamo sottolineare che il sistema di valutazione dei progetti completati finanziati attraverso il programma LIFE è stato inizialmente introdotto dalla Commissione per la componente LIFE-Ambiente, su iniziativa di Svezia e Paesi Bassi. Una serie di criteri di "migliori prassi" è stata concordata dalle autorità nazionali in una riunione nella città di Malmö, in Svezia (27-28 aprile 2005). Questi criteri hanno affrontato le questioni chiave del contributo dei progetti a miglioramenti ambientali, economici e sociali immediati ea lungo termine; il loro grado di innovazione e trasferibilità; la loro rilevanza per la politica e la loro efficacia in termini di costi. Dal 2009, questo esercizio è stato esteso anche ai progetti LIFE Natura.
Il progetto RI.CO.PR.I. ha come obiettivo principale il recupero e la conservazione di habitat prioritari legati alle praterie aride: “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” e “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”.
Due Province, un Parco Naturale Regionale, una Università e un’Associazione di agricoltori, hanno condiviso l’impegno per perseguire i seguenti obiettivi:
• Applicare buone prassi e azioni per proteggere e ristabilire i due habitat e le specie di farfalle ad essi associate, nei 3 siti afferenti alla rete europea Natura 2000 in cui si svolgono le azioni del progetto
• Ridurre/eliminare le minacce agli habitat e alle specie, in particolare l’abbandono e/o Il pascolo non regolato e l’invasione di specie aliene
• Stabilire un approccio comune per la protezione a lungo termine di questi habitat basata sul monitoraggio del suono dei 2 habitat delle specie di farfalle che da essi dipendono
• Aumentare il livello di consapevolezza della popolazione locale e degli stakeholders sull’importanza di tali habitat
• Stimare il valore economico dei 2 habitat, sia in termini di prodotti (latte, carne e derivati) e di servizi di ecosistema, tenendo conto della documentazione prodotta a livello internazionale, quali, ad esempio, il Sistema di Contabilità Ambientale ed Economica, e il TEEB.
Il progetto si è svolto in tre siti sugli Appennini, 2 nella provincia di Roma e uno nella provincia di Potenza (Dolomiti Lucane), entrambe parte della regione biogeografica Mediterranea".
“Il risultato è stato il frutto di una progettazione accurata e visionaria, in cui abbiamo coinvolto professionisti che si sono interfacciati con il personale interno del Parco per immaginare e mettere in pratica attività legate al recupero e la conservazione di habitat – aggiungono Atlante e Delorenzo – oggi siamo sempre più impegnati nella messa in rete di soggetti ed esperienze che possano far ripensare le aree protette per collocarle in una filiera che sia in grado di collegare la sostenibilità ambientale, economica e sociale in un’ottica di sviluppo per il territorio. Per questo motivo siamo fiduciosi che anche le attività di pianificazione sul territorio, a partire dai GAL, dalla progettazione per le Aree Interne e da tutte le misure messe in campo a valere sui vari fondi PSR, FESR, FSE guardino ad una collaborazione fattiva e funzionalizzata al raggiungimento di risultati misurabili in termini di impatto economico e sociale”.
Bas 05