Petrolio, Romaniello: rifiutare condizionamenti

Noi – ha detto il capogruppo di Sel – siamo perché nemmeno un barile in più sia estratto e poco ci interessa il calcolo al pallottoliere fatto sul numero dei pozzi attivi, chiusi o non attivi”

“La strategia che sostiene l’art. 16 è chiara: condizionare la discussione sull’utilizzo delle entrate fiscali derivanti dal petrolio attraverso la libertà per le compagnie petrolifere, assecondate dal Governo Monti, di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Il ministro Passera è stato in proposito chiaro:  'il petrolio ce l’andremo a prendere dove sta'. E’ evidente che questa strategia per noi è inaccettabile”. Lo ha detto il capogruppo di Sel in Consiglio regionale Giannino Romaniello. 
 
“Non vorrei che aver affrettato la relazione del presidente e il dibattito, quando invece la discussione doveva essere limitata alla vicenda dello sversamento di petrolio nelle campagne di Bernalda sulla base di mozioni presentate  – ha aggiunto l'esponente di Sel – possa servire a presentarsi all’incontro con l’ad Eni Scaroni con una sorta di mandato pieno ad incrementare la produzione di petrolio e, successivamente, dare via libera ai programmi della Shell. Il Consiglio ha bisogno di approfondire e valutare con attenzione e senza fretta, senza mettere in discussione la potestà della Regione e delle comunità locali a decidere il proprio destino".
 
"Se infatti questa non è una regione gruviera, con l’80% del territorio interessato alla ricerca – ha continuato Romaniello – non so quale altro termine si possa usare. Noi siamo perché nemmeno un barile in più sia estratto e poco ci interessa il calcolo al pallottoliere fatto sul numero dei pozzi attivi, chiusi o non attivi. L’obiettivo centrale deve essere quello di utilizzare le risorse vecchie (royalties) e nuove (entrate fiscali trasferite dallo Stato) intorno ad un’idea di sviluppo e quindi di mettere in campo un programma strategico di crescita sociale, civile, occupazionale che non sia incentrato esclusivamente sul petrolio e tenga dentro, tra l’altro, le energie rinnovabili. Quanto alle grandi opere da finanziarie, riteniamo tra le priorità la difesa del suolo dai dissesti idrogeologici per prevenire disastri e un piano di rimboschimento e forestazione produttiva”.    
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