La castanicoltura può diventare una delle principali risorse del Vulture, area che ha nei boschi un inestimabile valore da tutelare e riscoprire. Lo rivela uno studio condotto dallo spin off accademico Environmental Engineering Services S.r.l. nel corso del convegno sul Bosco da Frutta: Marroncino del Vulture organizzato a Rapolla dalla locale Amministrazione municipale in collaborazione con EES S.r.l. e la Società Cooperativa SVILUPPO SUD a r.l. nell'ambito del Piano di sviluppo locale 2007/2013 del GAL Sviluppo Vulture Alto Bradano.
Una dettagliata mappatura del territorio ha evidenziato che ai 623 ettari di castagneti da frutto già esistenti può aggiungersi una potenziale conversione di altri 429, per un totale di poco più di 1.000 ettari complessivi, in grado di fornire una produzione stimabile tra i 25.000 e i 30.000 quintali di castagne e una produzione lorda vendibile stimata fra i 3 e i 4 milioni di euro. Numeri assolutamente compatibili con la possibilità di creare occupazione, economia e indotto, in un'area ad altissimo tasso di disoccupazione.
L'apertura dei castanicoltori ad una forma di rete e le autocandidature di alcuni giovani locali per fare autoimpresa in questo settore sono due segnali importanti registrati dal progetto “Bosco da frutta: Marroncino del Vulture”, così come le ipotesi prospettate di aprire il bosco a esperienze ludiche, didattiche e nuovi segmenti turistici (ad esempio il foliage), ma che ci sia ancora tanta strada da compiere lo evidenziano le parole di Francesco Perillo, presidente del GAL Sviluppo Vulture Alto Bradano. “Di fronte ad un'opportunità del genere c'è assoluta necessità di abbattere steccati e campanilismi e di aggregarsi, in fretta, perché questa è una delle direttrici del futuro del Vulture che può sfruttare risorse endogene e non delocalizzabili. L'assenza di molte Istituzioni (locali e territoriali) al convegno è un pericoloso segnale rispetto alla possibilità che si perda un'occasione storica e irripetibile. Il Gal continuerà a supportare questa traiettoria, ma occorre comprendere che per passare dal “potenziale” al “reale” occorre il contributo di tutti”.
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