“Al segretario del C.S. Thalia Arturo Giglio, si deve una precisazione ed una smentita in merito a quanto affermato e riportato su Basilicatanet il 18 agosto scorso a proposito del parco archeologico dell’area urbana di Venosa e dei siti archeologici dello stesso centro”. Lo afferma in una nota il soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata Antonio De Siena.
“Ad una prima rapida lettura si ha l’impressione che il parco non sia stato visto con la dovuta attenzione, che si parli d’altro o che, discorrendo in maniera amichevole, siano state raccolte informazioni da soggetti pronti ad offrire sempre, con la leggerezza dei superficiali, soluzioni a tutti i problemi – continua il soprintendente – perennemente impegnati a denigrare con livore il lavoro di quanti con grandi sacrifici, anche personali, permettono la conservazione e la fruizione pubblica del patrimonio culturale venosino”.
“L’Amministrazione, nonostante le note carenze di personale e di risorse finanziarie, ha saputo assicurare per l’intero periodo estivo, grazie naturalmente alla generosa disponibilità di molti, l’apertura quotidiana del parco, e per la prima volta da anni anche nei pomeriggi dei giorni festivi e prefestivi. Tutti gli addetti coinvolti – spiega De Siena – assicurano la necessaria assistenza e sono in grado di dare al pubblico indicazioni con professionalità e competenza. Il descrivere una situazione diversa umilia quanti operano con impegno, pur nelle oggettive difficoltà, amareggia tutti gli operatori del servizio quotidiano, non produce una buona informazione e danneggia la comunità. L’esistenza naturale di qualche disservizio o di qualche avvertita carenza non è certamente negata. Si tratta di un complesso di circa 4 ettari, esterno, con notevoli strutture monumentali pluristratificate. Si deve guardare l’insieme con tutti i suoi aspetti e non il particolare”.
“Le critiche fatte con analisi scrupolose sono accettate per consolidata abitudine e le osservazioni che concorrono al miglioramento sono sempre accolte favorevolmente. In questo caso si ha l’impressione che sia mancata la conoscenza completa del contesto. Nonostante ci sia stata una stagione particolarmente piovosa – dice ancora il soprintendente – con conseguente crescita rapida, continua e rigogliosa della vegetazione infestante, il parco risulta perfettamente fruibile. L’apertura continua e sistematica delle catacombe ebraiche non è possibile per una pluralità di motivi più volte esplicitati e che tutti conoscono o che dovrebbero conoscere. Esistono problemi di sicurezza, determinati dalla necessità di assicurare un perfetto e costante equilibrio microclimatico interno. Nonostante le difficoltà, l’accesso alle catacombe nel mese di luglio e nella prima frazione di agosto è stato autorizzato, a richiesta, per 18 gruppi di visitatori. Lo stesso è stato fatto per il parco di Notarchirico, normalmente fuori dai circuiti urbani e per il quale non è possibile assicurare un servizio di assistenza permanente. Anche l’eventuale incremento suggerito del prezzo del biglietto d’ingresso non sarebbe assolutamente sufficiente a coprire i costi mensili di un solo operatore in più, per non parlare dei costi necessari per la manutenzione ordinaria”.
“Per quanto riguarda l’assenza delle nuove tecnologie digitali per la promozione del parco, una semplice richiesta alla fonte naturale avrebbe chiarito subito che esiste già uno specifico finanziamento, che esiste un progetto approvato e che è in corso l’espletamento della gara pubblica per l’affidamento dei lavori relativi al nuovo allestimento del museo e del parco, anche con ricostruzioni virtuali complete della città di Venusia e dello stesso parco archeologico. Comunque – conclude De Siena – in considerazione della riconosciuta attività di promozione svolta sul territorio dal Centro Studi e delle comuni finalità operative rivolte al miglioramento dei servizi ed alla fruizione del patrimonio culturale, si propone una visita congiunta e lo scrivente avrà il piacere di accompagnare personalmente il signor Giglio”.
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