Paradiso (Pd) invita Labriola a ritirare dimissioni

“Leggo sui giornali, aimè unico luogo di “discussione” ed usato da alcuni per esprimere i propri liberi pensieri, di una accusa mossa nei confronti di un compagno politico quale è Franco Labriola”. Lo afferma, in un comunicato, Dino Paradiso, coordinatore del Pd di Bernalda. “La sua nomina in commissione provinciale di garanzia per il tesseramento – aggiunge Paradiso – ha suscitato stranamente la reazione scomposta ed esagerata da parte di qualcuno (autorevole esponente del PD )che vedeva in tale presenza scomoda la prova di un disegno finalizzato alla reintroduzione di altri esponenti del PD che avevano optato, per scelte personali, di non appoggiare la lista del PD nella città di Matera. A questo si aggiungeva la colpa che Franco Labriola avesse con convinzione messo tutto se stesso per la raccolta delle firme sui quesiti refenderari riguardanti tra gli altri la abolizione di alcune storture che il decreto Sbocca Italia portava con sé e che espropriava i Comuni e le Regioni della facoltà di decidere con un impatto disastroso sulla vita quotidiana di noi “semplici “cittadini lucani ed Italiani”.
Labriola dice di trovare “grave ed ingiusto e paradossale quanto accaduto”. E aggiunge: “Sulla questione che Franco fosse li per agevolare qualcun altro voglio precisare che la scelta di non seguire Civati fuori dal Pd era la conferma che noi stiamo nel partito indipendentemente dalla scelta di un leader e che dalle primarie per la segreteria regionale, dove io ero con Franco ed altri compagni presenti, ad oggi, abbiamo sempre sostenuto il PD salendo sui palchi nelle amministritave e nelle competizioni provinciali che si sono tenute in questo anno e mai abbiamo influito sulle scelte che il Pd ha voluto mettere in campo, poiché mai nessuno ha chiesto di conoscere il nostro pensiero. A questo punto mi chiedo come mai chi oggi si lamenta non abbia storto il muso quando esponenti del Pd hanno sostenuto nel recente passato e forse ancora tutt’oggi liste ed esponenti contrapposti al PD. Primo paradosso. Sulla questione dei referendum – aggiunge Paradiso – voglio ricordare che in assemblea regionale siamo stai gli unici a chiedere che l’art.38 del Decreto Sblocca Italia fosse impugnato dalla Amministrazione regionale.Inoltre la Costituzione prevede che 500 mila firme di liberi cittadini possono abrogare leggi o parti di esse ritenute lesive della libertà di ognuno e delle comunità di appartenenza.Così come la stessa Costituzione da facoltà a 5 consigli regionali di fare lo stesso.La regione Basilicata lo ha fatto(forse con ritardo).Quindi sia i cittadini lucani che le Istituzioni regionali si sono mosse nella stessa direzione.Ancora non capisco come mai aver raccolto le firme, coerentemente con quanto espresso in Assemblea, quindi può essere un discrimine ed addirittura una colpa.Come può la Politica additare chi si è speso per la legittima espressione della democrazia.Allora siamo tutti colpevoli.Allora quelle 350 mila firme di cittadini che credevano in quei principi indipendentemente dal credo politico( molti del Pd)sono illeggittime?E i 5 consigli regionali,colpevoli pure loro?Secondo paradosso. La lettura che ne viene fuori e che Politica crede di essere al di sopra della base manifestando plasticamente quella crepa ormai evidente con la società. Chiedo quindi a Franco di ritirare le sue dimissioni e continuare nel PD pur comprendendo il suo dispiacere dopo anni di onorata ed attiva militanza al servizio di tutti”.
 bas04 

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