“Il ritrovamento di un ordigno sotto un cavalcavia dell’A3 tra Casalbuono e Lagonegro è un episodio inquietante che richiede indagini tempestive ed esaustive da parte delle forze dell’ordine per risalire agli esecutori e per ristabilire il clima di tranquillità tra i lavoratori edili addetti a vario titolo ai lavori lungo l’A3”. E’ il commento del segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma che aggiunge: “per i sindacati di categoria dei lavoratori delle costruzioni che non hanno mai abbassato la guardia nell’azione di vigilanza su appalti e subappalti nell’odissea dell’autostrada, la grande opera incompiuta nel Mezzogiorno, ancora simbolo del Sud lontano dal Nord, è comunque un motivo ulteriore per continuare la vigilanza.
Il sindacato, da sempre presente nei cantieri del tratto lucano dell’A3 come di quelli salernitano e calabrese – continua – è un presidio di legalità anche rispetto alla pratica del lavoro irregolare. Per questo l’allarme alle forze dell’ordine lanciato da operai e titolari della cava nei pressi della quale è stato rinvenuto l’ordigno – aggiunge Palma – esige risposte immediate ai troppi interrogativi che il grave fatto ha provocato tra i lavoratori e l’imprenditoria locali, nei sindacati e nell’intera società civile. Ciò per allontanare il clima di sospetto rispetto ad altri episodi di criminalità accaduti ai danni di imprese impegnati nei macri-lotti sia in provincia di Potenza che in quelle di Salerno, Cosenza, Catanzaro e Reggio. Ricordiamo che, da qualche anno – continua – si è creata una forte sinergia tra i soggetti sociali coinvolti (sindacati e imprese), istituzioni (Regione, Provincia, Comuni del Lagonegrese), forze dell’ordine e tanti altri hanno fatto la loro parte ed hanno vinto contro i mali endemici, primo fra tutti la criminalità economica”.