Ola su progetto idrocarburi “Enoc 1″ a Viggiano

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, rende noto che "il 2 luglio 2015 scorso, Eni ha presentato istanza presso gli uffici del dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, finalizzata ad ottenere l’autorizzazione nell’ambito della procedura d’Incidenza Ambientale per non meglio specificati lavori di workover per il pozzo Enoc 1, situato nel comune di Viggiano.
Le attività petrolifere – afferma l'organizzazione – si trovano all’interno del perimetro del parco nazionale dell’Appennino Lucano, all’interno dell’IBA n.141 Val d’Agri e della ZPS IT9210270 della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea e sono finalizzati, secondo la compagnia mineraria, al montaggio dell’impianto di perforazione per l’esecuzione di workover per “l’estrazione dei fluidi del sottosuolo…con lo scopo di verificare l’effettiva capacità produttiva del giacimento” (pagg.17 e 18 Studio SIA).
Ma per la Ola il progetto è finalizzato ad utilizzare il pozzo Enoc 1, ubicato a 1250 m slm in località “Cerfalocchia”, come pozzo re-iniettore dei fluidi di strato e dei reflui prodotti presso il centro olio di Viggiano nell’ambito del progetto “Blue Water”.
In proposito è auspicabile che Regione Basilicata chiarisse il cosiddetto “progetto pilota Monte Enoc 1” (DGR n. 1038 del 3/9/2014), che prevede la re-iniezione dei “reflui petroliferi” prodotti dai pozzi e dal centro olio di Viggiano, attualmente smaltiti in Val Basento e nel pozzo Costa Molina 2 di Montemurro.
Questa richiesta viene nuovamente rivolta all’assessore all’ambiente, Aldo Berlinguer, in considerazione che la Regione ha “fornito immediata disponibilità ad esaminare la proposta di realizzazione della reiniezione nel pozzo Monte Enoc 1″ così come viene specificato nella delibera regionale n. 1038/2014 . Un progetto, questo, analogo a quello che il comune di Grumento Nova ha invece bocciato applicando il principio di precauzione per il pozzo di re-iniezione Monte Alpi 9 Or.
Il pozzo Enoc 1 si trova inoltre ubicato in aree a rischio sismico, con un valore in base alla microzonazione sismica, pari a 0,275 (L.R.  n.9/2011)".
La Ola, "nel comunicare di aver allertato gli organi di controllo e di verifica della CE e quelli del Ministero dell’Ambiente", chiede all’Ente Parco dell’Appennino Lucano di “aprire gli occhi” assolvendo finalmente alla mission per cui è stato istituito, esprimendo “parere negativo” al progetto Enoc 1.
Ai membri designati dalle Associazioni Ambientaliste nel Parco dell'Appennino Lucano, la Ola chiede di sollecitare il Direttivo dell’Ente, di cui fanno parte, ad intraprendere azioni concrete capaci di salvaguardare, non a parole ma con i fatti, il territorio, i bacini idrici di profondità e superficie e la biodiversità animale e vegetale messe nuovamente in pericolo dalle trivelle del petrolio che questa volta sono ubicate all’interno dell’area protetta nazionale".

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