Il consigliere regionale del Gm lamenta la mancata discussione sulle nomine nella sanità e sulla sessione comunitaria
“Come accaduto in occasione di altre riunioni del Consiglio regionale, anche questa mattina il Consiglio è iniziato con l'assenza del presidente della Giunta e due assessori (erano presenti solo Cifarelli e Castelgrande). Un inizio che ha impedito ai consiglieri di potersi confrontare sulle ragioni di una scelta incomprensibile, quale quella della nomina dei commissari delle tre Aziende sanitarie di Potenza, Matera e Ospedale San Carlo e della nomina del direttore generale del Crob di Rionero, in chiara violazione della legislazione regionale in materia di commissariamento”.<br /><br />E’ quanto afferma il consigliere regionale del Gruppo misto, Giannino Romaniello che aggiunge: “Un Consiglio che si è sciolto per mancanza di numero legale, che questa maggioranza ormai non riesce più a garantire. Troppe volte, infatti, sono state le minoranze a garantire i numeri per proseguire i lavori del Consiglio. Non potevamo farlo oggi, innanzitutto perché non è tollerabile che si continui a considerare secondaria la presenza in Consiglio da parte dell'esecutivo e di rappresentanti della maggioranza, ma anche, almeno per quanto mi riguarda, perché non è tollerabile che sulla sessione comunitaria si debba discutere in assenza del presidente della giunta che ha fatto la relazione”.<br /><br />“Si evidenzia – continua – che la sessione comunitaria, ai sensi della legge regionale, si sarebbe dovuta tenere entro giugno/luglio dell'anno scorso sul report al 31/12/2016. Invece, nella riunione del Consiglio regionale del 23 gennaio 2017 il presidente ha letto una relazione del giugno 2017 riconoscendo che era datata e che necessitava di aggiornamento su numeri, dati e indicatori socio economici ed infrastrutturali. Un aggiornamento pervenuto ai consiglieri solo nella serata di ieri ed incentrato sul solo stato di programmazione e sull’impegnato ma che non evidenzia gli effetti prodotti sul sistema Basilicata che, a differenza di quanto quotidianamente afferma il presidente della Giunta sulla modifica in positivo di alcuni indicatori economici, non cresce e fa registrare scostamenti significativi sulla maggioranza di questi rispetto al resto del Paese”.<br /><br />“Solo per fare alcuni esempi – dice Romaniello - il tasso di infrastrutturazione per reti stradali, fatto 100 per l’Italia, per la Basilicata è al 75. Il tasso di infrastrutturazione in reti di telefonia e telematica, fatto 100 quello del Paese, in Basilicata si ferma al 45. Lo stesso dicasi del dato sulle reti ferroviarie, dove sempre fatto 100 per l’Italia, per la Basilicata è 60. Non si hanno dati puntuali circa l’infrastruttura sociale, ma stando a quanto viene denunciato dalle associazioni di volontariato e dalle organizzazioni sindacali, sicuramente possiamo affermare che in tema di reti anche qui non siamo assolutamente messi bene rispetto al resto del Paese”.<br /><br />“Riguardo agli indicatori che attengono al lavoro, si registra, per la Basilicata – ancora il consigliere del Gruppo misto – un tasso di attività inchiodato al 58 per cento mentre al centro-nord viaggia al 71 per cento. Il tasso di disoccupazione giovanile in Basilicata è al 34 per cento mentre al centro nord è del 29 per cento, con quello femminile che in Basilicata viaggia al 16 per cento rispetto al centro-nord, dove si registra una percentuale del 9 per cento, dati , questi ultimi, che non tengono conto di quanti oramai hanno rinunciato a cercare un lavoro. Altro dato significativo riguarda l’occupazione delle donne che, nella fascia 15-64 anni, risultano occupate solo per il 39 per cento in Basilicata, mentre nel centro-nord il dato si attesta sul 57 per cento”.<br /><br />“In conclusione – aggiunge Romaniello – possiamo affermare che i fondi comunitari per la nostra regione, ma ciò vale anche per l’intero Mezzogiorno, sono sostitutivi di quelli ordinari spettanti a questa parte di territorio del Paese e manca una strategia di intervento coordinata nella allocazione delle risorse comunitarie per aree e settori. Non funziona la logica dei bandi, degli interventi per singoli programmi . Bisogna avere un progetto unificante per aree territoriali e settori omogenei, su cui far convergere le risorse dei singoli assi in modo da innalzare i diversi indicatori socio-economici. Proprio quello che, a nostro parere, è mancato nella programmazione ed uso delle risorse da parte del governo regionale in questi ultimi anni, privilegiando gli interventi spot ed emergenziali".<br /><br />L.C.<br />