Nero su Bianco – Come a casa

Un libro ironico e per nulla ipocrita. Daniela Schettini racconta le vicende vissute da non vedente e malata pluripatologica. In ambienti sanitari dove “i disabili sono delle eccezioni non gestite”, sono le persone di buona volontà l’antidoto alla disperazione.

E’ un libro ironico e per nulla ipocrita.  Daniela Schettini, non vedente e malata pluripatologica, nel suo “Come a casa”, edito dal Gruppo Albatros Il Filo, racconta le disavventure sanitarie capitatele nella vita e in ambienti sanitari in cui “i disabili sono eccezioni non gestite”.

Nonostante tutto, l’autrice trova gli antidoti alla disperazione grazie alle donne e agli uomini che lavorano in un centro dove la disabilità e la malattia vengono accolte in modo naturale e spontaneo.

La copertina realizzata dalla pittrice Roberta Fanfarillo è una metafora: rappresenta una donna a suo agio con una flebo attaccata al braccio, perché, dice Daniela Schettini , grazie alle persone di buona volontà è possibile sentirsi “Come a casa” anche in ospedale e familiarizzare con ambienti, odori e rumori.

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