Napoli: “Sblocca Italia” e petrolio, fiscalità vero snodo

Per il consigliere regionale di Forza italia: “Se si vuole affrontare efficacemente la questione petrolio non si può non partire da un’analisi del rapporto fiscalità – risorse per capire chi ci guadagna realmente con il petrolio”

&ldquo;La battaglia politico-istituzionale che si sta svolgendo alla Commissione Ambiente della Camera che, attraverso l&rsquo;accoglimento di emendamenti dell&rsquo;on. Cosimo Latronico a cui hanno fatto seguito altre analoghe iniziative di parlamentari lucani del Pd, sta producendo primi sia pure parziali risultati, va nella direzione che come gruppo di Forza italia in Consiglio regionale abbiamo pi&ugrave; volte indicato sintetizzabile nella strategia di non accontentarci di qualche punto percentuale in pi&ugrave; di royalties da &lsquo;strappare&rsquo; nella contrattazione con Governo e compagnie&rdquo;. E&rsquo; il commento del capogruppo di Forza italia in Consiglio regionale, Michele Napoli, che aggiunge: &ldquo;il traguardo, tutto ancora da raggiungere, &egrave; di evitare il rischio che lo &lsquo;Sblocca Italia&rsquo; riservi solo briciole alla Basilicata, nonostante il suo notevole apporto alla questione energetica del Paese&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ho sempre ritenuto &ndash; continua il capogruppo di Fi &ndash; che se si vuole affrontare efficacemente la questione petrolio non si pu&ograve; non partire da un&rsquo;analisi del rapporto fiscalit&agrave;-risorse per capire chi ci guadagna realmente con il petrolio. E&rsquo; lo Stato il soggetto che percepisce gli introiti pi&ugrave; rilevanti derivanti dal petrolio lucano perch&eacute; il prelievo fiscale sulle attivit&agrave; petrolifere (tra Ires, Addizionali Ires, Robin Tax e Irap) supera il 60 per cento, a cui bisogna aggiungere le royalties per le estrazioni sul territorio, queste s&igrave; destinate agli enti locali, che stanno esattamente al 10 per cento. Stante questo quadro di fiscalit&agrave; generale &ndash; sottolinea Napoli – &egrave; legittimo pretendere che lo Stato faccia la sua parte per la Basilicata, considerando questa regione per quello che &egrave;: una opportunit&agrave; piuttosto che un problema. Per questo giudico molto positivo il superamento della precedente formulazione contenuta nell&rsquo;articolo 16 del cosiddetto &lsquo;Crescitalia&rsquo; che prevedeva dall&rsquo;ammontare Ires versata l&rsquo;istituzione di un fondo regionale alimentato da un&rsquo;aliquota del 30 per cento per importi fino a 130 milioni di euro e del 15 per cento per importi superiori fissando per&ograve; un&rsquo;asticella a quota 50 milioni di euro l&rsquo;anno, asticella che verrebbe finalmente superata con il 30 per cento dell&rsquo;Ires complessivamente versata&rdquo;.<br /><br />Per Napoli, inoltre &ldquo;non si deve sottovalutare che Il prezzo della benzina e del gasolio &lsquo;alla pompa&rsquo; &egrave; determinato per il 56 per cento dalle accise, cio&egrave; il costo che paghiamo per fare rifornimento dal distributore va per il 56 per cento allo Stato sotto forma di accise. E&rsquo; questa la vera tassa occulta che tutti noi paghiamo allo Stato, mentre dal 1998 ad oggi la Basilicata ha dimostrato, nei fatti, di essere uno straordinario laboratorio di federalismo fiscale in riferimento a due risorse fondamentali come l&rsquo;acqua e il petrolio, ricevendo in cambio poco o quasi nulla&rdquo;.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />

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