Napoli: Premi alle università, l’Unibas finisce ko

Il consigliere regionale di Forza Italia: “La debacle dell’Unibas, assume contorni ancor più netti se si considera che altre università del Sud parteciperanno a pieno titolo alla ripartizione delle risorse premiali”

&ldquo;Nessun dipartimento dell&rsquo;Universit&agrave; degli studi della Basilicata parteciper&agrave; alla competizione tra i migliori 180 dipartimenti universitari d&rsquo;Italia per accaparrarsi le risorse del Fondo premiale da 1,3 miliardi di euro, ripartiti in tranche da 271 milioni di euro annui per i prossimi cinque anni, e questo la dice lunga sulla qualit&agrave; della ricerca che in questi anni &egrave; stata intrapresa nel nostro ateneo&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto dichiara il presidente del Gruppo consiliare&nbsp; del Pdl – Forza Italia, Michele Napoli, che precisa: &ldquo;i 352 dipartimenti universitari di eccellenza, tra i quali verranno selezionati i migliori 180 in base ai progetti dagli stessi presentati entro il 31 luglio, sono stati individuati sulla base della classifica Anvur 2011-2014 relativa alla qualit&agrave; della ricerca scientifica, classifica che produrr&agrave; effetti per i successivi cinque anni, con il risultato di tagliare fuori l&rsquo;Unibas da ogni premialit&agrave; per il periodo 2018-2022&rdquo;.<br /><br />Per Napoli &ldquo;&egrave; lecito discutere della necessit&agrave; di maggiori investimenti per la ricerca, che in Italia sono inferiori rispetto a molti altri Paesi europei, come dell&rsquo;esigenza di una revisione dei criteri che determinano i risultati della classifica Anvur, ma &ndash; aggiunge – quella valutazione Anvur non pu&ograve; essere elusa e, soprattutto, non pu&ograve; essere temuta per il sol fatto che contiene un giudizio negativo dell&rsquo;operato del nostro ateneo&rdquo;.<br />&ldquo;La debacle dell&rsquo;Unibas, continua Napoli – assume contorni ancor pi&ugrave; netti se si considera che altre universit&agrave; del Sud parteciperanno a pieno titolo alla ripartizione delle risorse premiali. La Campania, ad esempio, riesce a portare alla fase premiale il 38 per cento dei dipartimenti delle proprie universit&agrave;, con la Federico II che vedr&agrave; 13 dei sui 26 dipartimenti partecipare alla competizione diretta ad ottenere risorse aggiuntive e l&rsquo;Universit&agrave; di Salerno che mette in corsa sei dipartimenti d&rsquo;eccellenza su sedici&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Senza alcuna pretesa di eguagliare performance come quelle delle universit&agrave; di Padova e Bologna &ndash; sottolinea Napoli – in corsa rispettivamente con 27 e 28 dipartimenti di eccellenza e che finiranno per intercettare gran parte delle risorse del Fondo premiale, era lecito attendersi qualcosa di pi&ugrave; dal nostro Ateneo. Soprattutto perch&eacute; &ndash; prosegue – l&rsquo;Universit&agrave; degli Studi della Basilicata ha un suo primato: &egrave; l&rsquo;unica universit&agrave; del Paese che pu&ograve; contare su un cospicuo finanziamento regionale, dieci milioni di euro annui per dodici anni&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Un unicum &ndash; conclude Napoli – nel panorama degli atenei italiani, che pretende una giusta assunzione di responsabilit&agrave; da parte di quanti hanno in questi anni gestito tali risorse&rdquo;.<br />

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