"Cronaca di una morte annunciata quella dell’esondazione del fiume Agri e dei canali di scolo privi di manutenzione".
A denunciarla, in un comunicato stampa, è il Sindaco di Montalbano Jonico, Vincenzo Devincenzis, dopo un sopralluogo effettuato personalmente partendo dalla Diga di Gannano intorno alle ore 8 di ieri mattina.
“La portata del fiume, a quell’ora, come rilevato dal Consorzio di Bonifica – si legge nella nota – era di circa 400 m3 al secondo, molto al di sotto dell’alluvione del 2011 che aveva raggiunto picchi di 930 m3 al secondo. Partendo dalla diga, lo stesso Sindaco, accompagnato dal suo collaboratore Vincenzo Rosito, verificava la rottura dell’argine di “Fosso del Lupo” in corrispondenza della progressiva 104 della Statale 598 Val d’Agri, per cui tutta l’acqua dello stesso canale si riversava nei terreni dell’azienda Fortunato non scaricando più nel fiume stesso. Attualmente il fosso scarica sempre nei terreni agricoli con ingenti danni alle coltivazioni.
Percorrendo la Val d’Agri in direzione Scanzano, lo stesso Sindaco rilevava rottura degli argini fluviali in corrispondenza del Km 116 della stessa statale, constatando vaste inondazioni in Agro di Montalbano Jonico (Az. Giordano, Navarra, Stigliano, Ionio, ecc., ecc.), fino ad arrivare alla progressiva 122, dove il fiume rientrava in alveo. Queste sono situazioni ataviche dove nessuno è mai intervenuto strutturalmente e lo stesso sindaco è rassegnato nel denunciare tali situazioni. Né i sindaci possono mettere le mani avanti ai fiumi per frenare le alluvioni, visto che la Prefettura chiama tutte le sere per comunicare l’allerta meteo; stiamo diventando ridicoli.
La soluzione è quella di mettere i caterpillar nei fiumi nei punti dove ci sono queste criticità.
A tal proposito il Sindaco auspica che il Presidente della Regione, Vito De Filippo, faccia un viaggio nel territorio di Montalbano Jonico come fece Zanardelli nel 1902. Oggi la situazione del fiume Agri è come quella dell’epoca, fiume che Zanardelli attraversò con un traino tirato da due buoi per andare a Policoro”.