Per il consigliere regionale del Gruppo misto che interviene sulla bocciatura della delibera di Giunta regionale sulle linee guida degli impianti eolici da parte del Tar: “E’ necessaria la rapida approvazione del Piano paesaggistico regionale”
“L’ultima decisione del Tar di Potenza conferma quanto da tempo denunciamo, e cioè il fatto che la diffusione selvaggia di impianti cosiddetti di ‘mini-eolico’ è in primo luogo determinata dalla mancata approvazione del Piano Paesaggistico regionale. Siamo l’unica regione che non ha tale strumento fondamentale a tutela del paesaggio e del territorio”.<br /><br />Sono le affermazioni del consigliere regionale del Gruppo misto che ha aderito ad Art. 1 – Mdp, Giannino Romaniello.<br /><br />“Il ‘mini-eolico', nell’idea originaria di sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili – sostiene Romaniello – è stato concepito con lo spirito di incentivare l’autoconsumo e non, come sta avvenendo, la diffusione massiccia di tanti impianti spesso riconducibili ad un unico imprenditore che, per sfuggire alla regolamentazione più stringente prevista per i parchi eolici, realizza una molteplicità di impianti con diverse titolarità formali. Tale fenomeno sta determinando la nascita di molti siti creando quello che si potrebbe definire un ‘effetto selva’, che, come noto, oltre a deturpare il paesaggio, crea effetti sonori dannosi per la salute dei residenti delle zone adiacenti”.<br /><br />“Senza entrare nel merito delle motivazioni giuridiche che hanno spinto il Tribunale amministrativo regionale a bocciare la delibera della Giunta regionale sulle linee guida per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti eolici – dice Romaniello – non si può che riaffermare, ancora una volta, la necessità di procedere ad una formulazione organica, puntuale e formalmente inattaccabile delle norme che regolano una materia così importante. Condividiamo il principio, stabilito dalla Unione europea e confermato dalla legislazione nazionale, di una necessaria diffusione delle energie da fonti rinnovabili. Ci sembra, tuttavia, necessario sottolineare come tale principio debba necessariamente essere applicato in modo compatibile con i territori e che l’applicazione del principio, citato dal Tar, di generale utilizzabilità di tutti i terreni per l’inserimento degli impianti, se non accompagnato da una efficace e legittima azione di regolamentazione da parte delle Regioni nelle materie di loro competenza – conclude – possa determinare una situazione insostenibile dal punto di vista paesaggistico e ambientale, in particolare in una regione come la Basilicata, la cui produzione di energia supera di gran lunga il fabbisogno interno”.<br />