Riceviamo e pubblichiamo Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani e membro della Presidenza del Prntt
“Tra coloro che in questi giorni si stanno strappando le vesti sulla questione di un possibile rinvio del voto a maggio, i più andrebbero iscritti d’ufficio al partito dei farisei. A chi parla di “oltraggio alla democrazia”, tocca far presente che la sciagurata decisione presa dal Consiglio regionale di cambiare la legge elettorale a ridosso della naturale scadenza della legislatura ha creato i presupposti per un inaccettabile differimento del voto. Non sfugga a nessuno che il tandem Lacorazza-Santarsiero, pur di pervenire all’approvazione della pessima legge licenziata dal Consiglio ad agosto e poi modificata ad ottobre, ha operato in totale difformità rispetto a quanto previsto dal comma 65 del Codice di Buona Condotta in Materia Elettorale, nel quale si afferma che le leggi elettorali non vanno cambiate a meno di un anno dal voto. Oltraggio alla democrazia? Volendo citare un documento fortemente voluto da Marco Pannella, intitolato “La Peste Italiana”, dico che da settant’anni in questo Paese si consuma una “strage di leggi, di diritto, di principi costituzionali, di norme e di regole”, quelle leggi, quel diritto, quei principi costituzionali che avrebbero dovuto governare la convivenza civile della democrazia italiana. Quale democrazia? Così come un tempo, riferendoci ai paesi del Patto di Varsavia, parlavamo di “socialismo reale”, oggi dovremmo prendere atto che la nostra è una “democrazia reale”. Qualcuno ha operato per differire la data del voto e lo ha fatto piegando ad interessi di parte e di bottega il diritto e i diritti dei cittadini? Probabilmente è vero, ma i Petruzzi e i Lacorazza dovrebbero guardare prima la trave conficcata nel loro occhio e poi la trave o la pagliuzza conficcata nell’occhio altrui. Per il resto, tutti, ma davvero tutti, dovremmo occuparci non della qualità della democrazia in Basilicata, ma della qualità della democrazia in Italia: una democrazia da troppo tempo malata. Dovremmo occuparci del deficit di Stato di diritto, del diritto alla conoscenza negato, del reiterato attentato contro i diritti civili e politici dei cittadini, di una Costituzione scritta sostituita dalla Costituzione materiale. Ai troppi sepolcri imbiancati che in queste ore blaterano di democrazia, dico che oggi come ieri “in Italia non c’è democrazia, ma partitocrazia, oligarchia, vuoto di potere, arroganza del potere, prepotenza e impotenza. Non esiste Stato di diritto, ma arbitrio di regime”.