MATERA, MEDIORIENTE E LINGUAGGIO DELLA PAURA

Giornalista e scrittrice specializzata in problematiche del Medio Oriente, autrice di diverse pubblicazione e curatrice della sezione sulla letteratura araba del Salone del Libro di Torino, Paola Caridi ha tenuto a Matera un corso di formazione sulla cultura del Medioriente e del Nord Africa. Ha affrontato la tematica del linguaggio della paura, sostenendo che molte parole dovrebbero essere ricostruite semanticamente. “Allah vuol dire Dio. Se vado in chiesa a San Salvatore, a Gerusalemme, tutta la messa è piena di Allah. Lasciando Dio in arabo, gli abbiamo dato una connotazione negativa e questa è una grande responsabilità dell’informazione perché è una parola che dovrebbe essere neutra. E’ vero che un terrorista dice Dio è grande prima di farsi esplodere, ma è vero anche che una donna che subisce un incidente stradale dice le stesse parole per esprime Mamma mia o ancora si usano le stesse parole anche quando nasce un bambino. Allah è una parola che diventa della paura e credo che sia necessario ricostruirla semanticamente”. Lo ha detto Paola Caridi durante la sua lezione sul Medioriente in cui si è soffermata sul conflitto israelopalestinese e sul tipo di vita che conducono i Palestinesi che vivono a Gerusalemme e a Betlemme.

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