Lucano ai vertici dell’Almo Collegio Capranica

Il Presidente Vito Bardi accoglie con orgoglio la nomina di don Filippo Nicolò, presbitero dell'Arcidiocesi di Acerenza, a guida della prestigiosa struttura ecclesiastica. "Un esempio di come passione, fede e lavoro possano portare lontano, avendo con sé il bagaglio dell'identità lucana".

Tutte le notizie di

Don Filippo Nicolò

Papa Leone XIV ha scelto un lucano, Don Filippo Nicolò, presbitero dell’Arcidiocesi di Acerenza, per guidare il prestigioso Almo Collegio Capranica. Un incarico di grande responsabilità e prestigio che proietta la Basilicata in alto nel panorama ecclesiastico internazionale.
“È una nomina che ci riempie di un’emozione profonda e di un orgoglio immenso”, dice il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. “Don Filippo Nicolò è un sacerdote che con la sua dedizione, la sua intelligenza e la sua profonda umanità ha sempre servito la Chiesa e la nostra gente. L’incarico che gli è stato affidato non è solo un riconoscimento al suo percorso personale, ma un onore per tutta la nostra Basilicata che vede un suo figlio ascendere a un ruolo così significativo nel cuore della Santa Sede.

Abbiamo avuto modo di apprezzare le sue doti di guida e la sua vicinanza al territorio: da parroco zelante a vice-rettore e rettore del nostro Seminario Interdiocesano di Basilicata, fino all’impegno di docente di Teologia. Ogni passo del suo cammino è stato segnato da un impegno esemplare e da una profonda capacità di ascolto e di azione. Non abbiamo dubbi – aggiunge Bardi – che saprà onorare al meglio la fiducia riposta in lui dal Santo Padre, portando avanti con saggezza e visione il compito di formare le nuove generazioni di sacerdoti. A nome di tutti i lucani giungano a Don Filippo Nicolò le nostre più sentite congratulazioni e i migliori auguri per questa nuova, entusiasmante e importantissima missione. La sua nomina è un faro che illumina il nostro cammino, un esempio di come la passione, la fede e il lavoro – conclude Bardi – possano portare lontano,  avendo con sé il prezioso bagaglio della nostra identità lucana”.

    Condividi l'articolo su: