“Io giro molto il mondo, per attività didattiche e formative, ma questa è una delle volte che sono orgoglioso di essere italiano”. Il professore Pier Cristoforo Giulianotti è volato da Chicago, dove insegna a Chirurgia robotica all’Università dell’Illinois a Potenza, per partecipare al meeting organizzato dal primario del San Carlo. “Io sono commosso. Raramente ho sentito e sono stato introdotto da due orazioni di alto profilo come quelle del mio amico Nicola D’Alessandro, con cui abbiamo in corso una collaborazione feconda, e del presidente della Regione Marcello Pittella, che ha dimostrato come una piccola regione può essere all’avanguardia se si pone sul terreno dell’innovazione tecnologica e della competizione scientifica”
“Di fronte alle tragedie del mondo – ha riflettuto il professor Giulianotti – alla barbarie della violenza dilagante del terrorismo a volte ti viene il dubbio se valga davvero la pena sacrificare una vita agli affetti, alla famiglia, alla serenità personale, per spingersi sempre più avanti, per far si che la tecnologia si pieghi a risolvere i problemi più complessi della salute degli uomini. Ma se anche la stanchezza può generare lo sconforto, sono momenti, poi il senso dell’umanità che ci appartiene e che talvolta si manifesta in piccoli gesti folgoranti ti dà la risposta: sì, dobbiamo dare sempre di più e il meglio, per vincere la malattia, per salvare le vite”
“La piccola Basilicata – ha concluso il suo breve saluto Giulianotti, prima di recarsi in sala operatoria per un intervento di live surgery con il Da Vinci – somiglia molto alla mia Lunigiana. Una terra aspra, di persone asciutte, abituate a crescere nelle difficoltà. E quello che vedo qui mi conferma l’utilità della collaborazione che stiamo portando avanti con D’Alessandro e con il suo team”.
Nel pomeriggio, partecipando alla tavola rotonda sull’appropriatezza e i costi della chirurgia robotica, condotta dal caporedattore del Tg3 Basilicata, Oreste Lo Pomo, Giulianotti ha spiegato che “sul piano tecnico la chirurgia robotica significa il passaggio dall’analogico al digitale sul terreno del target anatomico. E questo rappresenta, per molti aspetti, una rottura di molti limiti fisici dell’umano”.
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