Oltre 700 luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari turistici, saranno protagonisti delle Giornate FAI d’Autunno 2025, in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre in 350 città, da nord a sud della Penisola. Torna per la quattordicesima edizione il grande evento di piazza che il FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni autunno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: una festa diffusa – organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari – che conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere presso la cittadinanza, più larga possibile, la conoscenza del patrimonio, ricchissimo e variegato, di storia, arte e natura del nostro Paese, per favorirne la tutela e la valorizzazione con il contributo di tutti, e così svolgere la sua missione di educazione culturale e civica
ECCO ALCUNI DEI LUOGHI VISITABILI IN BASILICATA:
MATERA
Matera Mater. Un cuore d’acqua, di pietra e di jazz
L’apertura dell’ipogeo Aquamater, appena restaurato e finora mai svelato al pubblico, è l’occasione per scoprire un luogo poco conosciuto e nascosto pur trovandosi nel cuore di Matera, nel Sasso Caveoso, al di sotto della Civita e lungo la cosiddetta “scala del cinema”, con vista sulla Murgia Timone e sulle sue chiese rupestri. Cavità suggestiva, articolata in più ambienti e balconate, unisce città sotterranea e paesaggio naturale, raccontando l’ingegno che ha reso Matera “città dell’acqua” e patrimonio UNESCO. Fa parte, infatti, del sistema idrico che per secoli ha garantito la vita in un territorio povero d’acqua, raccogliendo e conservando ogni goccia piovana. Non sono stati rinvenuti documenti che consentano una datazione storica precisa. Potrebbe trattarsi di parte delle prime espansioni civili, lungo il perimetro delle mura del Castelvecchio che sovrasta il sito. Alcuni elementi architettonici rimandano al XIII secolo, altri sono chiaramente successivi. Oggi l’ipogeo è diventato spazio di cultura e creatività, set cinematografico internazionale e palcoscenico del Matera Jazz Guitar Days, che ospita il premio dedicato ad Angelo Carriero – fratello della proprietaria, che vuole così onorarne la memoria – riservato ai giovani talenti. L’ambiente si sviluppa in una serie di spazi comunicanti con grandi volte a botte, pareti levigate e canalette che convogliavano l’acqua piovana. Oltre alla suggestione estetica e acustica, la struttura ha una forte valenza simbolica e offre l’opportunità di vivere la città in una prospettiva inedita: la cisterna appare, infatti, come un ventre materno che accoglie e custodisce l’acqua, fonte di vita, e oggi il suono, trasformando la sua originaria funzione in una nuova forma di rigenerazione culturale. Scendendo sottoterra, si scopre Matera come “madre” di memoria e di futuro.
Sarà possibile visitare, negli ipogei e nella corte, la mostra di sculture contemporanee di Max Papeschi “Extintion”, con grandi statue che formano un esercito ispirato a quello celeberrimo in terracotta di Xian. Nel corso delle Giornate FAI d’Autunno saranno ospitati interventi musicali.
BERNALDA (MT)
Castello di Torre Mare
A Metaponto, l’insediamento fortificato di Torre a Mare è una delle antiche proprietà benedettine condivise con il feudatario normanno di Montescaglioso, Rodolfo Maccabeo. La fortezza consta di tre gruppi di manufatti: la Chiesetta di San Leone e la casa canonica annessa, la taverna e la caserma dei guardiacostieri, ossia le guardie daziarie. Dall’insediamento di Torre di Mare i monaci ricevevano cospicue rendite prodotte dalle saline presenti sulla costa e sulle foci del Bradano e Basento. Federico II ne rinforzò la funzione di difesa, confermò la concessione della contessa Emma d’Altavilla al monastero benedettino di Montescaglioso, precisando che la città di Santa Trinità assumeva il nome di Torre di Mare. Le indagini archeologiche attestano fasi insediative abitative a partire dal XIII sec.; l’attestazione di una fase insediativa in epoca bizantina e in epoca normanna si ridimensiona a una frequentazione dell’area, riscontrata da reperti di ceramica, senza tracce definite della presenza di un nucleo abitato. Dell’odierno insediamento fortificato circondato da un parco archeologico è ancora necessario chiarire la formazione, se cioè il nucleo più antico si sia formato dall’abbandono progressivo di Metaponto tardo antica già dall’alto Medioevo (VIII-IX secolo), oppure se gli inizi della frequentazione dell’area siano da ascrivere alla seconda metà dell’XI secolo, quando la Civitas Sanctae Trinitatis compare per la prima volta in una fonte scritta. La visita guidata consentirà di seguire le tracce dell’evoluzione storica dell’insediamento, rilevare i risultati delle opere eseguite, nonché delle indagini condotte dal parco archeologico all’insediamento fortilizio. Il complesso monumentale è stato interessato da un complesso intervento di restauro e attualmente è in fase di adeguamento per una gestione finalizzata alla fruibilità, ma in via straordinaria sarà possibile visitare il Meta Museo Magna Grecia (realtà virtuale e metaverso). Inoltre, domenica 12 ottobre alle ore 11.00 si terrà una visita speciale guidata dall’archeologo Prof. Dimitris Roubis dell’UNIBAS, nell’ambito del progetto FAI Ponte tra Culture. Torre di Mare è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, in quanto beneficia di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per interventi di restauro.
GROTTOLE (MT)
Castello Sichinulfo
Il Castello di Grottole sorge su una collinetta distaccata dal paese, in un luogo anticamente chiamato “Contrada della Motta”. Le prime notizie sul maniero risalgono al 1154, quando Al-Idrisi, geografo arabo, su incarico del Re scrisse un volume intitolato “Sollazzo per chi si diletta a girare il mondo”, in cui descrive i paesi della Basilicata. In questo libro la costruzione dei castelli di Grottole e Altojanni viene fatta risalire al 604 d.C., per opera dei Longobardi di Benevento. Invece, nel volume Una pagina di storia patria di Tommaso Andreucci, si legge che la costruzione dello stabile sarebbe avvenuta nell’851 d.C. per volere del principe di Salerno, Siconolfo. La struttura originaria era formata da 13 vani superiori, 6 vani inferiori, una stalla e una cantina. All’interno, di notevole prestigio è il grande camino nella stanza che immette alla torre, sovrastato da una grande conchiglia in stucco che custodisce al suo interno uno stemma, forse quello dei Sanseverino di Bisignano. Il Castello Sichinulfo è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, in quanto beneficia di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per interventi di restauro.
TRICARICO (MT)
Palazzo Vescovile
L’edificio si erge nel cuore del centro storico di Tricarico, nei pressi del Duomo e della “Porta vecchia”, oggi inglobata nel suo nucleo medievale. Ha subito nel tempo varie ristrutturazioni, e l’attuale configurazione contempla la cappella episcopale, l’appartamento del Vescovo, gli uffici della Curia, la Biblioteca diocesana con un consistente patrimonio di codici del XIV secolo, incunaboli, cinquecentine e opere moderne, e l’Archivio storico diocesano, che custodisce una cospicua e preziosa documentazione sulla Diocesi di Tricarico fin dal XII secolo. Di particolare interesse è il salone d’onore con stucchi e dipinti settecenteschi raffiguranti le virtù teologali e cardinali, che ne ornano la volta insieme all’insegna episcopale di Francesco Antonio del Plato. Importante è pure il salone degli stemmi, dove su lastre di marmo è riportata la serie dei vescovi latini della Diocesi di Tricarico. Al secondo piano troviamo il Museo Diocesano di Tricarico (MuDiT) voluto ed eretto dal Vescovo Vincenzo Carmine Orofino, e inaugurato il 7 novembre 2016, offre al visitatore opere d’arte scultorea, pittorica, argenti, paramenti e arredi liturgici, che testimoniano la vita spirituale e religiosa, e la cultura artistica della Diocesi nei suoi rapporti con il resto d’Italia. Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni, organizzate cronologicamente e si completa con la sezione dedicata alla figura e all’opera del “Venerabile Raffaello delle Nocche, Vescovo di Tricarico (1922-1960)”. Luogo solitamente chiuso, si potrà visitare eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI. Il Palazzo Vescovile è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, avendo beneficiato di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per interventi di restauro.
MIGLIONICO (MT)
Il vecchio forno di Via Trento
Il forno comunale di Miglionico si trova in Via Trento, nell’antico quartiere di Sant’Angelo, dove sorgono alcuni importanti edifici come palazzo Corleto e i resti delle torri di avvistamento, testimonianza dell’antica cinta muraria della città. L’antico forno riveste un interesse storico in quanto, pur nella semplicità della sua conformazione architettonica, risulta significativa per il suo impianto produttivo, rappresentando l’ultima testimonianza di un’antica attività e tradizione artigianale. Il manufatto è realizzato in muratura in pietra, composto da un primo piano destinato alla preparazione e consegna dei prodotti, cui si accede attraverso una piccola porta, e da un secondo piano con la calotta in muratura dove è visibile la canna fumaria. Un piccolo varco alla destra del forno conduce sul retro del locale, spazio un tempo destinato a deposito della materia prima o del legname. L’intero forno è ricoperto da un tetto a doppia falda rivestito con i tradizionali coppi curvi in argilla. Esternamente si presenta con pietrame a vista recentemente restaurato. Normalmente aperto in orari limitati, nel corso delle Giornate d’Autunno si potrà visitare, nonché assistere a una dimostrazione dell’antica arte della panificazione.
TURSI (MT)
Rione La Rabatana: Storia di Saraceni, Goti e Bizantini
L’antico centro storico di Rabatana nella città di Tursi, con le sue case in pietra, grotte e vicoli stretti, conserva un’atmosfera d’altri tempi con tracce di influenze arabe. Fino agli anni ’70 erano in funzione frantoi, mulini e botteghe di artigiani, ora chiusi, ma che hanno assunto valenza di simbolo culturale, celebrato anche dal poeta Albino Pierro. Intorno all’826, in tutto il sud della penisola ci furono numerose e violente incursioni arabe. Negli anni successivi i Saraceni abitarono il borgo, lo ingrandirono e gli diedero il nome, in ricordo del loro borgo arabo Rabhàdi. Nell’890 i Bizantini riconquistarono questi territori e riuscirono a cancellare definitivamente l’impronta araba dalle terre lucane. L’intero centro prese il nome di Toursikon, dal fondatore Turcico. Nel 1848, durante la primavera dei popoli, Tursi vide il manifestarsi di moti demaniali che consentirono l’occupazione di vasti territori della mensa vescovile e dei demani. Durante il 1861 nei boschi circostanti si attestarono i primi fatti di brigantaggio. Gli edifici e i palazzi storici di questo antico quartiere raccontano di un passato fatto di lavoro e ingegno. Progettati con architetture essenziali e funzionali, sono costruiti con materiali locali come pietra, legno, mattoni, riflettendo uno stile rustico e autentico. Soffitti con travi a vista e pavimenti in pietra o terracotta custodiscono le tracce di vite laboriose. Vi si visiteranno la Cattedrale dell’Annunziata, eretta nel XV secolo, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita dai monaci basiliani nel IX-X secolo, la barocca Chiesa di San Filippo Neri, dedicata al Santo Patrono della città, la Chiesa di San Michele Arcangelo del X secolo, il convento di San Francesco d’Assisi e il palazzo del Barone Brancalasso, chiamato “Palazzo del Barone”. Infine, si aprirà il castello, costruito dai Goti intorno al V secolo su una collina e difeso da tre voragini di oltre cento metri. Si visiteranno inoltre alcuni antichi frantoi e una tipica abitazione della Rabatana. La Rabatana è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, in quanto beneficia di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per la valorizzazione e promozione turistica.
GENZANO DI LUCANIA (PZ)
Chiesa e Monastero della SS. Annunziata
Il complesso monastico di Santa Maria Annunziata sorge su un promontorio circondato da tre profondi valloni, con vista sull’antica fonte di Capo d’Acqua e, sullo sfondo, il Monte Vulture. Si tratta di uno dei più antichi insediamenti francescani della Basilicata. Fu fondato nel 1321 da Aquilina di Monteserico per subire modifiche, trasformazioni e ampliamenti fino alla metà del XVIII secolo. Fu abitato dalle religiose dell’Ordine di Santa Chiara fino al 1905 e successivamente destinato a usi civili, dopo essere passato in proprietà al Comune. È in disuso e abbandonato dalla metà del secolo scorso. Il monastero presenta il tipico impianto compatto, con edifici disposti su tre lati del chiostro, a formare un quadrilatero. La chiesa, a navata unica, presenta un’aula a pianta di ottagono irregolare allungato, coperta da una volta a botte lunettata. La facciata, in conci irregolari di pietra arenaria locale, è caratterizzata nel registro superiore da tre aperture intervallate da due orologi solari, da un cornicione di coronamento con romanelle in coppi e laterizi, e da un portale cinquecentesco con trabeazione sormontata dallo stemma partito di Giacomo Alfonso Ferrillo e della moglie Maria Balsa, conti di Muro e signori di Acerenza e Genzano nei primi anni del Cinquecento. L’apparato decorativo interno, completamente riorganizzato a metà del Settecento, presenta i caratteri stilistici tipici del barocco napoletano del XVIII secolo. Il complesso monastico di Santa Maria Annunziata di Genzano di Lucania, con 10.481 voti, è risultato il primo Luogo del Cuore in Basilicata e il ventunesimo a livello nazionale nel Censimento FAI del 2022. I partecipanti alle Giornate FAI potranno visitare la chiesa, il cantiere di restauro dell’organo settecentesco, il chiostro, il giardino e alcuni ambienti del Monastero rimasti chiusi al pubblico per oltre ottant’anni.
POTENZA
Comune di Potenza
Il palazzo di Città si trova in piazza Matteotti, anticamente denominata piazza Sedile perché vi sorgeva il seggio dell’università, ovvero il luogo delle riunioni del popolo in occasione delle assemblee elettorali. Già nell’Ottocento il Palazzo presentava la caratteristica della vasta sala a pian terreno con un grande arco scoperto, a guisa di portico. Il piano superiore venne ricostruito o restaurato intorno al 1827. Nel 1888 il palazzo fu abbattuto e riedificato più ampio nello stesso luogo. Restaurato e ampliato più volte, nel 1945 fu costruito l’ultimo piano con gli Uffici tecnici del Comune. L’antico edificio, ormai non più esistente, risaliva al XV secolo e accoglieva la cappella di San Nicola che con il decreto Murat fu poi sconsacrata per diventare il primo teatro della città, dalla denominazione omonima. Durante il ventennio fascista la struttura venne sostituita da un edificio in stile neoclassico destinato a ospitare il Partito Nazionale Fascista. L’edificio del Comune fu eretto nel 1882 nell’area prima occupata dal Sedile, una struttura medievale ristrutturata dopo il terremoto del 1826. Il nuovo palazzo è caratterizzato da un’importante balconata al primo livello su gattoni in pietra. Sviluppato su tre livelli, presenta cornicioni modanati all’altezza dell’imposta degli archi a tutto sesto delle aperture. Nel 1905 fu operato un ampliamento del fabbricato con la costruzione di un’ala destinata a ospitare una scuola, la quale venne poi demolita dopo il sisma del 23 novembre 1980. Nella giornata di domenica 12 ottobre nel Palazzo del Consiglio si terrà una breve performance a cura dell’Associazione Gommalacca Teatro ispirata alla prima rappresentazione lirica che si tenne proprio nell’antico teatro cittadino, “La Gazza Ladra” di Rossini.
ELENCO COMPLETO DEI LUOGHI APERTI IN BASILICATA E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE ALL’EVENTO SU: https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=BASILICATA.