Per il capogruppo Idv occorre “un progetto di ampio respiro che affronti nella sua interezza il tema dell’ambiente, sfuggendo alla tentazione di considerare la protezione ambientale come una politica settoriale”
“L’atteggiamento assunto dal presidente De Filippo per il rinvio e, quindi, per un’ulteriore fase di riflessione sui programmi Geogastock in Valbasento, che raccoglie una mia sollecitazione oltre che di altre forze politiche, amministratori locali e comitati di cittadini, merita piena condivisione e pieno sostegno”. E’ quanto afferma il presidente del gruppo Idv in Consiglio regionale, Nicola Benedetto, sottolineando che “il Presidente dimostra non solo attenzione su un aspetto fondamentale, qual è appunto il consenso delle popolazioni e delle comunità interessate, ma anche piena consapevolezza della strategica partita rappresentata dal gas”.
“Sono convinto in proposito – aggiunge – che la fase attuale relativa all’estrazione del petrolio ed alla contrattazione con le compagnie sulle royalties, nella quale l’inesperienza ha avuto certamente un peso, è diventata la ‘lezione’ per non ripetere gli stessi errori nella gestione dell’altra risorsa energetica destinata anch’essa a sconvolgere gli equilibri geopolitici internazionali e a determinare le condizioni per lo sviluppo dei Paesi industrializzati come quelli in via di sviluppo. Tre elementi su tutti per avere un’idea sulla posta in gioco: l’offerta della multinazionale Edf (proprio quella che gestisce Fenice) con l’Opa finalizzata a diventare l'azionista di controllo di Edison; l’allarme che circola da settimane sul fatto che la distribuzione locale del gas potrebbe tornare in mano ai monopolisti pubblici, se il numero di ambiti di gara resterà limitato ai 177 imposti dal decreto 19 gennaio 2011; i negoziati tra la Russia e l’Ue sul ‘terzo pacchetto energetico’ (gas) sono entrati in uno stato di empasse. Il gas – sottolinea il presidente del gruppo Idv – è dunque risorsa energetica sulla quale si concentrano grandi interessi e non solo economici”.
“Quanto ai problemi di impatto sul territorio rappresentato da Geogastock, il dibattito di ieri in Consiglio regionale – dice Benedetto – è stato utile per rilanciare la necessità di definire modelli di sviluppo a minore impatto ambientale, puntando su politiche in grado di perseguire una concreta sostenibilità sociale degli interventi, garantendo dunque condizioni di benessere umano (salute, sicurezza, capacità di partecipazione) equamente distribuite per classi e per genere. In sintesi, il modello di sviluppo sostenibile cui dobbiamo tendere si incardina necessariamente su un principio etico e politico, che implica che le dinamiche economiche e sociali siano compatibili con il miglioramento delle condizioni di vita e con la capacità delle risorse naturali di riprodursi in maniera da garantire i bisogni delle future generazioni; un modello di sviluppo la cui concreta possibilità di attuazione dipenderà anche dalla nostra capacità di governance di componenti diverse e tuttavia concorrenti ed interconesse di ogni dinamica di sviluppo:economia, società, ambiente. Ed è un modello di eco-sviluppo della Basilicata che dobbiamo oggi contribuire a costruire per la Basilicata di domani, perché – afferma Benedetto – le soluzioni che stiamo individuando per Fenice, Centro Oli, nuova Arpab, ecc. sono sicuramente positive ma se non sorrette da una nuova politica che guardi al territorio e alle sue risorse nella globalità saranno utili solo ad affrontare le attuali emergenze”.
“Abbiamo, pertanto, bisogno di un progetto di ampio respiro che affronti nella sua interezza il tema dell’ambiente (dallo smaltimento dei rifiuti all’inquinamento elettromagnetico, sino all’informazione territoriale), sfuggendo – conclude – alla tentazione di considerare la protezione ambientale come una politica settoriale, integrando viceversa la dimensione ambientale in ogni processo di formazione delle decisioni, puntando decisamente sulla tutela del territorio, delle attività produttive e della salute”.