Fondi comunitari, Napoli: straordinaria occasione sprecata

Per il capogruppo del Pdl – Fi, che è intervenuto ieri in Aula, quella operata dal governo regionale “è una riprogrammazione che è priva di una visione, rinunciando ad utilizzare il principio della flessibilità”

&ldquo;Con la riprogrammazione dei fondi comunitari il Governo regionale ha perso un&rsquo;opportunit&agrave; straordinaria di voltare pagina e cambiare registro soprattutto in termini di qualit&agrave; della spesa&rdquo;. Lo ha detto il capogruppo del Pdl – Forza Italia in Consiglio regionale Michele Napoli, che &egrave; intervenuto ieri in Aula nel dibattito sulla rimodulazione delle risorse degli assi comunitari presentata dal presidente Pittella.<br /><br />&ldquo;Intanto &ndash; ha detto ancora Napoli – i dati di partenza: quindici punti di percentuale Pil, la percentuale che abbiamo perduto dall&#39;inizio della crisi; la disoccupazione giovanile al 55%; 50.000 net, che sono coloro i quali hanno smesso di cercare lavoro; una incidenza, quella della povert&agrave;, che &egrave; in costante crescita, la povert&agrave; relativa, cio&egrave; la deprivazione di alcuni beni da parte delle famiglie lucane ha ormai raggiunto la soglia del 22,9%. L&rsquo;altra faccia della medaglia: la Basilicata pu&ograve; contare su 752 milioni di euro fondo Fesr, 322 milioni di euro Fse, a cui bisogna aggiungere 667 milioni dei fondi europei destinati all&#39;agricoltura, in uno ai 900 milioni del fondo di sviluppo e coesione, destinati appunto al nostro territorio per l&#39;arco temporale 2007-2013. Cifre &ndash; aggiunge il capogruppo di Fi – che testimoniano quanto importante e strategico sia spendere in maniera adeguata le risorse comunitarie e non soltanto limitarsi a farlo. Strettamente intrecciato &egrave; il tema della velocit&agrave; di spesa: dal dicembre scorso al 31 marzo di quest&#39;anno l&#39;incremento della spesa &egrave; stato soltanto pari allo 0,5%. Questi sono dati ministeriali, che la dicono lunga sui ritardi, sulla macchinosit&agrave; con i quali si erogano le risorse e si utilizzano le stesse. Tutto ci&ograve; aumenta il rischio di disimpegno che &egrave; pari a 200 milioni di euro al 31 dicembre 2015. Per questo le rassicurazioni del Presidente secondo le quali&nbsp; con la riprogrammazione riusciremo a spendere tutto non possono bastare perch&eacute; non viviamo nella &ldquo;terra dei miracoli&rdquo;.<br /><br />A parere di Napoli &ldquo;anche la necessit&agrave; sostenuta attraverso l&rsquo;operazione ragionieristica di spostare risorse da determinati assi ad altri, perch&eacute; probabilmente quegli assi da cui distogliamo le risorse hanno avuto uno scarso tiraggio, va spiegata. Per noi sarebbe stato meglio immaginare di fare ci&ograve; non per evitare il rischio disimpegno, ma incrociando i bisogni di un territorio piuttosto, ad esempio, che ridurre le risorse dall&#39;asse competitivit&agrave; per spalmarle&nbsp; su altri assi che, tra l&rsquo;altro, possono godere, per interventi da mettere in atto, di altre risorse reperibili in altri fondi sempre strutturali, sempre europei. La verit&agrave; vera &egrave; che quegli assi erano cos&igrave; immaginati perch&eacute; erano veramente ritenuti strategici per il rilancio sociale ed economico del nostro territorio e questa &egrave; la mancanza pi&ugrave; grave alla base di una riprogrammazione che &egrave; priva di una visione, rinunciando ad utilizzare il principio della flessibilit&agrave;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Infine un consiglio al presidente: mettere mano alla struttura regionale, renderla pi&ugrave; funzionale, pi&ugrave; capace, pi&ugrave; competente per collocare gli uomini giusti al posto giusto. Solo cos&igrave; &ndash; ha concluso Napoli – &egrave; possibile&nbsp; raccogliere la sfida offerta dalla programmazione dei fondi europei e garantire un servizio reale alla nostra comunit&agrave;&rdquo;.

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