Fit Cisl su sistema trasporti in Basilicata

 “Non ci sono affatto piaciute le dichiarazioni apparse sulla stampa locale nei giorni scorsi del neo assessore regionale ai trasporti Nicola Benedetto”. Lo dichiara, in un comunicato stampa, Carlo Costa, Segretario Generale della Fit-Cisl di Basilicata.
“In un sistema di trasporto già fin troppo fragile, come quello di Trenitalia, delle Fal, del trasporto Urbano ed extraurbano della regione, non c’è assolutamente bisogno di razionalizzare per recuperare, a detta del neo assessore uno spreco del 10% sul costo complessivo di 110 Mln di € che Regione Basilicata stanzia nel bilancio regionale.
Innanzitutto, – prosegue Costa – non risponde al vero che la posta viene finanziata interamente da Regione Basilicata, perché dei 115 Mln di € appostati negli anni per tutti i sistemi di trasporto presenti sul territorio, sono 72 i Mln di € che vengono trasferiti dallo stato dal fondo unico nazionale dei trasporti.
Vorrei inoltre ricordare al neo assessore, che nel corso degli ultimi anni, il settore è stato profondamente modificato secondo le indicazioni della legge nazionale 422/97 alla nostra 22/98, ai più recenti D.L. n. 95/2012, come modificato con la L. 228/2012, allo stesso art. 16 – bis, puntualmente disatteso nelle condizioni applicative da Regione Basilicata ma per fatti oggettivamente insostenibili, come le condizioni del traffico, l’orografia del territorio, l’impossibilità di poter aumentare gli indici di riempimento dei nostri mezzi, da qui, le pesanti penalizzazioni economiche sul fronte nazionale con un taglio di 5 Mln di € annui alle quali se non si trova un rimedio tutto politico, come ho già dichiarato nel corso del recente Osservatorio Regionale per i Trasporti e la Mobilità – prosegue Costa -, correremo il rischio dell’azzereranno di tutto il trasferimento nazionale oggi percepito dalla Regione Basilicata.
Mi suona veramente strano – prosegue il sindacalista – che c’è chi ancora possa immaginare di ridurre i costi di ben 10 Mln di € annui, senza che la riduzione possa toccare i servizi, ma la cosa che più riguarda la FIT, i lavoratori, che in questo settore rappresentano circa il 40 % del costo.
A riguardo è bene sottolineare, che questo settore è governato da leggi, da CCNL nazionali e accordi di II livello locali, previsti dalle leggi sul lavoro di questo Paese e di questa regione, e che riguardano i Ferrovieri e gli Autoferrotranvieri, che tranne alcune clamorose inapplicazioni, che preferiamo non citare, determinano nella maggior parte dei casi l’organizzazione di chi effettivamente svolge il trasporto ferroviario e quello automobilistico, i lavoratori.
Regole, – prosegue Costa – che rivengono dalla contrattazione sindacale che ha determinato negli anni, un miglioramento della sicurezza dell’esercizio sia in quello ferroviario che in quello automobilistico, contribuendo al miglioramento anche della qualità della vita dei lavoratori, valore quest’ultimo fondamentale, della missione della CISL in prima linea con Luigi Sbarra, per il caporalato nell’agricoltura, mi suonano veramente strano, che se da un lato si promuovono ed approvano leggi per migliorare la qualità della vita dei lavoratori, dall’altro si pensi di determinare le condizioni per un ritorno al passato.
Correva l’anno 1998, quando con l’Assessore Mattia, dopo un’attentissimo e lunghissimo esame delle questioni, non ultime quelle dei servizi in Basilicata che voglio ricordare sono quelli minimi, cioè quelli al di sotto dei quali le persone rimangono a piedi oppure utilizzano il mezzo privato, si decise di continuare ad utilizzare ed a fornire alle 131 comunità quel livello minimo per un servizio pubblico, più volte l’ho definito – prosegue

Costa – sociale. Pensare, nella condizione attuale, che vorremmo ricordare ancora di profonda crisi dell’economia del Paese e della Basilicata, di eliminare parte dei servizi per
razionalizzare il sistema, o meglio ridurre le risorse a disposizione per determinare il medesimo risultato, significherebbe peggiorare le condizioni dei tanti lavoratori e studenti che per motivazioni sicuramente legate alle attuali difficoltà economiche, sono costretti a prendere i sistemi di trasporto pubblici, non averli a disposizione significherebbe aumentare la precarietà della loro retribuzione.
L’attuale sistema del trasporto pubblico Lucano, siamo certi non può raffrontarsi con quello delle regioni più virtuose, e non per la qualità dei mezzi, delle persone che vi lavorano e degli imprenditori che vi sono, ma soprattutto per le oggettive condizioni di distribuzione della popolazione di Basilicata.
Non ci possono essere studi o monitoraggi del territorio che possano migliorare le condizioni matematiche alla base di un processo che ha la necessità, per le attuali regole stabilite, che si raggiunga il 30 % del costo del servizio dai proventi da traffico. Un dato praticamente impossibile raggiungere per i nostri servizi che servono piccole se non piccolissime comunità, mi sembra veramente strano che a differenza delle linee strategiche dettate dalla stessa giunta Pittella qualche mese fa, ora si parli di razionalizzazione, di riduzione della spesa e non invece, di come aumentare le poste di bilancio per accrescere l’offerta di trasporto in molti centri della Basilicata, ai quali si è destinato una sola coppia di corse al giorno.
Gli studi oggi autorevolmente presentati, che possono raggrupparsi nella bozza del Nuovo Piano Regionale dei Trasporti, non risolvono sicuramente l’indicazione politica sul cosa bisogna fare dei nostri sistemi di trasporto, su come e dove direzionare le esigue risorse che ci rivengono dai Piani Nazionali di sviluppo della rete del ferro, come nel caso della Potenza – Melfi – Foggia, oppure del ruolo del trasporto su gomma che in questi anni ha garantito il livello di mobilità che tutti conosciamo.
L’approvazione dell’attuale bozza del Nuovo Piano Regionale dei Trasporti, ha la necessità di un confronto democratico, ampio, con tutte le parti sociali, – prosegue Costa – con i rappresentanti istituzionali di tutti territori, ma soprattutto con la realtà delle cose possibili che servono a questa Regione, per aiutarla ad uscire da un isolamento che lo vivono le nostre comunità interne, i nostri giovani, non basta la prova del FrecciaRossa sulla nostra ancora inadeguata rete ferroviaria, per farci gridare alla vittoria che non è solo vedere il treno più veloce del Paese “passare” per un mero desiderio campanilistico e basta.
I trasporti nella nostra Basilicata, hanno la necessità di un confronto continuo, una sede appropriata, come quella dell’Osservatorio della Mobilità che non può considerarsi una sorta di conferenza stampa o di servizio, bensì una sede consultiva dove chi ne ha la titolarità prevista dalla legge, esprime il proprio autorevole parere e non una posizione politica avversa ora a quel territorio o al proprio rappresentante.
I trasporti, quale servizio pubblico essenziale, hanno la necessità – prosegue Costa – della certezza delle risorse, l’imperativo bisogno della capacità finanziaria e professionale delle imprese, che dopo l’esperienza del consorzio devono traguardarsi all’unica gara per l’intero bacino regionale per i servizi urbani ed extraurbani, al fine di ottimizzare la rete dei servizi. I cittadini di questa regione non hanno bisogno di continue rotture di carico del trasporto, bensì di relazioni certe all’interno delle comunità e di collegamento con i centri più importanti della regione, non è ipotizzabile, ha sostenuto autorevolmente il Presidente Pittella all’interno delle linee strategiche al Piano Regionale dei Trasporti immaginare una frammentazione così elevata degli operatori, che determina solo dumping contrattuale ma anche nella qualità del servizio offerto.
Noi – conclude Costa – insieme a CGIL e UIL abbiamo condiviso nel documento Basilicata 2020, una linea strategica per arrivare nel corso di questo anno che manca alla gara per l’assegnazione dei 32.000.000 Km/autobus di adempiere agli atti per avere finalmente un’unica Società che governi il sistema del trasporto su gomma, che possa interfacciarsi con i servizi ferroviari presenti lì dove possibile e utile che lo si faccia, così

come immaginiamo si possa finalmente sciogliere il nodo che in queste settimane ha infiammato la politica regionale ma anche locale, sull’ultimazione dell’infrastruttura ferroviaria Ferrandina – Matera, che attende da troppo tempo la parola fine per il completamento e la messa in funzione e non l’apposizione di una pietra tombale, come qualcuno irresponsabilmente continua a dichiarare, dopo gli incontri Romani, che continuano a porre solo dubbi.
Questa opera, fa bene Nino Falotico a definirla l’infrastruttura dell’unificazione della Basilicata, dell’unione dei due capoluoghi di provincia, l’opera che potrebbe significare finalmente il raggiungimento di Matera e non solo per il 2019 attraverso la linea ferrata, che ribadisco – conclude Costa – da troppo tempo aspetta di vedere i treni e non la valanga di accuse, a volte infondate, che si leggono ingiustificatamente sulla stampa.
La classe Politica di un recente passato avevano immaginato quell’opera con il senso attuale, poi la storia di quella importantissima infrastruttura ha incrociato un altro livello del fare politica, che è il caso ritenere alla luce dell’evento che interesserà quel territorio come tutta la Basilicata, non può continuare ad essere preso a riferimento, perché miope rispetto alle questioni che interessano l’Expo, la vetrina del 2019, una Matera che non voglio continuare a pensare senza il treno". 
bas04 

    Condividi l'articolo su:

    Web TV

    Ultimi pubblicati

    Correlati