Il consigliere regionale ha sottolineato gli aspetti pregnanti dell’incontro di Filiano: “Tre ore trascorse quasi senza accorgersene, tutte d’un fiato, tra interventi, testimonianze e video, in una sala stracolma rimasta attenta per tutto il tempo”
“Guai a parlare di disabilità, menomazioni, handicap, problemi. E non si tratta solo di lessico o educazione. I diversamente abili non sono un peso per le loro famiglie o la società, ma una opportunità per tutti. Per questo vanno definite come tutti ‘persone’ con proprie potenzialità e capacità. Esattamente come tutti noi, considerati e percepiti come ‘normali’”. E’ la profonda riflessione del consigliere regionale del Gruppo misto,<br /><br /><br />Aurelio Pace.<br /><br />“Storie di vita vissuta – ha detto Pace – con gioia e amore, pur se la burocrazia e le stesse istituzioni a volte appaiono distanti e insensibili. Tre ore trascorse quasi senza accorgersene, tutte d’un fiato, tra interventi, testimonianze e video, in una sala stracolma rimasta attenta per tutto il tempo. Martedì a Filiano, organizzata dalla dottoressa Mimma Summa, e con il patrocinio della Pro Loco, del Comune e del Consiglio regionale, una serata in cui i protagonisti sono stati quei ‘ragazzi speciali’ e le loro famiglie. A partire da quelli ospitati dall’Istituto dei Padri Trinitari di Venosa che hanno realizzato il ‘diversamente presepe’ esposto davanti al tavolo dei relatori. Un modo per festeggiare il periodo natalizio e riflettere sul vero significato della Festa e dei suoi simboli”.<br /><br />Dopo i saluti del sindaco Santoro e di don Mariano, è stato proprio Padre Angelo Cipollone, direttore dei Padri Trinitari, a rompere il ghiaccio per sottolineare come “Dio che mai è superficiale, proprio a Natale si concentra sugli ultimi, sui bisognosi, su chi soffre e a loro dà il suo volto e cuore. Quindi ritrovare l’essenza delle festività negli occhi di ragazzi è facile, a patto che ci si ponga con animo sincero e aperto”.<br /><br />L’organizzatrice, Mimma Summa, madre di tre gemelli (di cui uno ‘speciale’) ha voluto sensibilizzare tutti “ad un approccio positivo verso quella che è una malattia, solo agli occhi degli adulti. Bimbi con qualche difficoltà iniziale sono spesso più affettuosi e sensibili e le famiglie non devono essere considerate eroiche quando crescono i doni che il Signore ha voluto regalare. Siamo tutti diversamente abili a qualcosa – ha affermato – spero di essere all’altezza come genitore, di certo non dobbiamo più nascondere, come nel passato, i nostri bambini, ma mostrare la disabilità con orgoglio”.<br /><br />Un invito ad accettare con gioia il frutto dell’amore è stato rilanciato anche dal presidente dell’Aipd Vulture, Lello Talucci, che, in una sala commossa, ha ricordato la storia di sua figlia Myriam scomparsa prematuramente dopo essere nata con gravi patologie, prima di lasciare il posto ad una nuova sorellina con gli stessi problemi. “Ma è un dono che abbiamo accettato volentieri – ha detto il presidente dell’associazione persone down – anzi volevamo proprio lei, Francesca, così com’è, proprio come la sorellina Myriam”.<br /><br />Talucci da tempo cura le attività dell’associazione nel Vulture con laboratori teatrali, agenzia del tempo libero e lo stesso lavoro. Emblematica la storia di due ragazzi down che in estate sono stati assunti dalla Barilla di Melfi. “La scuola e la famiglia – ha concluso – sono maestre di vita e devono contribuire alla giusta conoscenza dei nostri ragazzi”.<br /><br />A seguire gli interventi i vertici dell’Inail con la direttrice Angiolillo e la dirigente Zaccagnino che, insieme a Vito Nolè (“Una marcia in più”), hanno sottolineato “l’importanza dell’integrazione di chi ha subito, anche per motivi di lavoro, una menomazione fisica”.<br /><br />L’esperto in scienze motorie, Gianni Pace, ha insistito “affinché siano proprio le famiglie, in sinergia con le scuole, a lavorare sugli allievi con diverse competenze e potenzialità di base, per creare quei giusti livelli di interazione ed eliminare sciocchi e antistorici pregiudizi”.<br /><br />E se in sala ci fosse stato ancora qualcuno che manifestava perplessità sulle potenzialità e genialità di persone affetta da qualche disturbo, si è dovuto ricredere quando Aniello Ertico (direttore di Porta Coeli Art Gallery) ha ricordato come “la storia dell’arte sia stata scritta con dipinti e opere di artisti con gravi disabilità. Da Buonarroti a Van Gogh, da Toulouse Lautrec a Caravaggio, da Monet a Ligabue sono riusciti a creare capolavori immortali pur se afflitti da specifiche disabilità motorie, visive, psichiche. Insomma, si può essere geni a prescindere da qualche problema”.<br /><br />Momento esilarante, ma oltremodo riflessivo, quando proprio due alunni dei Padri Trinitari di Venosa, accompagnati dal maestro Sonnessa, hanno ricordato le loro performance sportive a livello internazionale, l’ultima delle quali a Malta.<br /><br />Al dibattito hanno preso la parola anche diversi responsabili di associazioni che si occupano di disabilità (“Dopo di Noi”, “Pro Vita”) ed una mamma ultra speciale che con grande naturalezza e tra l’ammirazione dei presenti ha ricordato come ha accettato “con gioia l’affido da parte del Tribunale di ben tre figli affetti da gravi disabilità”. Guai a chiamarla eroina o mamma coraggio. “Nulla di tutto questo – ha spiegato la signora Ungaro – voglio solo farvi partecipe dell’onore e orgoglio che il Signore mi ha dato nel crescere tre figlioletti splendidi che riempiono ogni giorno la vita della mia famiglia con il loro sorriso e affetto”.<br />Scattano gli applausi e la commozione in una platea inchiodata alle sedie pronta a considerare le mamme, i responsabili delle associazioni, gli educatori degli antieroi contemporanei che nel silenzio e, a volte, tra l’ostracismo e diffidenza, rendono la loro vita e quella dei loro bimbi ‘speciali’.<br /><br />A concludere il convegno, prima del concerto nella Chiesa di San Giuseppe con l’organo settecentesco da poco ristrutturato, è stato il consigliere regionale, Aurelio Pace, che “ha garantito il sostegno delle istituzioni e della Regione Basilicata ad associazioni e famiglie, esortando tutti a coinvolgere anche coloro che, per svariati motivi, ancora non riescono a uscire dal proprio isolamento per cercare aiuto e condivisione”.<br /><br />“E’ difficile occuparsi di disabilità in una grande città – ha ricordato Pace – ne è esempio la compianta Alessandra Bisceglia, figurarsi in uno dei piccoli centri lucani, ma la determinazione, l’affetto, l’amore dimostrato da tutti anche questa sera è la testimonianza che un muro è ormai rotto e che la vittoria è a portata di mano”.<br />