Fiere, Rosa: le ultime ‘marchette’ della Regione

“Pittella mette le mani anche sul comparto fieristico. E come le decine di feste e sagre della Basilicata, finanziate negli anni scorsi, che non hanno apportato nulla all’economia lucana, adesso, ci aggiungiamo anche le fiere mai fatte”

&ldquo;Le ultime &lsquo;marchette&rsquo; della Regione Basilicata, a cui non potevano non partecipare con foga gli ultimi acquisti della maggioranza, Area popolare&rdquo;. Sono, a parere del capogruppo di Lb-Fdi Gianni Rosa, &ldquo;le 17 delibere di Giunta del 17 novembre scorso, pervenute all&rsquo;esame della terza Commissione solo oggi, in cui si concede la qualifica di &lsquo;fiera nazionale&rsquo; ad altrettante manifestazioni&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Non ci sarebbe nulla di male &ndash; afferma Rosa -, anzi. Magari in Basilicata ci fossero 17 fiere, eventi, che attraggono imprese ed utenti da tutta Italia. Ma nella Basilicata del banco-Pittella, figuriamoci se &egrave; possibile sviluppare il sistema economico. Ed infatti viene finanziato di tutto. Persino fiere che non si sono mai svolte e fiere che prevedono in totale entrate per 50.000 euro a riprova della dimensione &lsquo;nazionale&rsquo;&rdquo;<br /><br />&ldquo;Avevamo chiesto in Commissione &ndash; continua – un breve rinvio, per poter esaminare coscienziosamente la documentazione. Nulla. Partito democratico e Area popolare, esecutori dei desiderata del governatore, hanno votato compatti, come tanti automi. A nessuno &egrave; interessato ripiegarsi sulle carte, cercando di capire se si stava facendo qualcosa di buono, e guadagnarsi, come si suol dire, la pagnotta. Noi abbiamo votato contro. E a ragione. La legge regionale di riferimento prevede esplicitamente che la qualifica di fiera, mostra o esposizione nazionale &egrave; riconosciuta alle manifestazioni che siano rappresentative della produzione nazionale in uno o pi&ugrave; settori merceologici e che, per dimensione acquisite e quantit&agrave; e qualit&agrave; delle partecipazioni, siano suscettibili di svolgere un&#39;influenza economica, commerciale o sociale nell&#39;ambito nazionale (articolo 3 comma 2 della l.r. 16/07/1994, n. 30)&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Se non fosse chiaro, ed &egrave; evidente che non lo &egrave; stato per i consiglieri della maggioranza &ndash;dice Rosa – si parla di &lsquo;dimensioni acquisite&rsquo;, di &lsquo;produzione nazionale&rsquo;, di &lsquo;influenza economica, commerciale o sociale nell&#39;ambito nazionale&rsquo;. Ci chiediamo come sia possibile dedurre tali requisiti per fiere che, all&rsquo;epoca della delibera di giunta non si erano ancora svolte, e che nella istruttoria non riportano n&eacute; il numero n&eacute; la provenienza dei partecipanti. Da una breve ricerca su internet, alcune non esistono. Non sono mai state realizzate eppure da oggi sono diventate, solo per valutazione dell&rsquo;intenzione cio&egrave; sulla parola, &lsquo;fiere nazionali&rsquo;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Questo non &egrave; il sistema giusto per far sviluppare un comparto come quello fieristico che potrebbe dare molto. Non &egrave; il sistema giusto &ndash; aggiunge Rosa – per incentivare il merito, perch&eacute; chiunque, in qualsiasi momento, potrebbe svegliarsi e decidere che la vendita di roba usata per sgomberare la soffitta sia fiera nazionale. Quindi, dopo la festa del tresette finanziata con i fondi europei negli anni scorsi, adesso Pittella mette le mani anche sul comparto fieristico. E come le decine di feste e sagre della Basilicata, finanziate negli anni scorsi, che non hanno apportato nulla all&rsquo;economia lucana, adesso, ci aggiungiamo anche le fiere mai fatte&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Non si pu&ograve; pensare &ndash; conclude Rosa – di comprare il consenso con i soldi pubblici. Non si pu&ograve; continuare cos&igrave;, facendo finta di nulla e votare provvedimenti alla cieca solo per compiacere il feudatario. Non si pu&ograve; far ridere l&rsquo;Italia. Noi non ci stiamo&rdquo;.&nbsp;

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